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Otto Tifoso scrive a Papa Francesco

Otto Tifoso scrive a Papa Francesco

Caro Francesco,
possiamo darci del tu? Scrivo queste poche righe a titolo personale, anche se credo di interpretare il sentimento di tanti tifosi, ancora una volta profondamente indignati dalle regole di una cerimonia che non sembra più appartenere al fedele credente, reo soltanto di illudersi che nel calcio, come nella vita, si possa vincere o perdere, a patto però di giocare alla pari contro l’avversario, con la certezza di regole chiare e trasparenti per tutti. Non so se dopo il magnifico bagno di folla di Plebiscito Circus hai avuto tempo di officiare anche la eucaristia serale nella diocesi di Fuorigrotta, ma sono certo che avrai comunque assistito allo scempio dell’infedele Calvarese grazie alla sky box installata nella tua mitica monoposto, per questo saprai bene di che si parla. In ogni caso: grazie per la visita.

Sei stato bene? Siamo sicuri di si. L’affetto con cui il popolo napoletano ti ha accolto mi ha ricordato l’abbraccio commovente che il San Paolo riservò al tuo più illustre connazionale e – ne ero certo – il legame ancestrale che lega noi napoletani alla terra albiceleste non avrebbe potuto che tramutarsi nell’ennesima pagina di fratellanza cristiana in nome della chiesa del Diego, e adesso che avrai fatto ritorno a Formello nelle grigie stanze del tuo ritiro spirituale forse potrai dedicare qualche minuto di recupero al nostro lungo calvario esistenziale, sempre più indirizzato verso il Golgota di una stagione di delusioni e amarezze con il beneplacito dell’Erode in tribuna e del Ponzio Pilato in panchina. Per carità, sappiamo bene quanti impegni affollano il tuo calendario – altro che coppe e campionato – e ci rendiamo perfettamente conto di quanti tifosi bussano ogni lunedì mattina al tuo spogliatoio chiedendo intercessione per una vittoria esterna o per un aggancio in extremis ai piani alti della classifica, però permettici ancora una volta di abusare della tua infinita pazienza per renderti partecipe dell’ennesimo scempio per-pretato ai danni della nostra infinita passione da una lega oramai nelle mani di Satana, e di implorarti di conseguenza affinché tu possa prendere a cuore i nostri drammatici dubbi sul fatto che lassù qualcuno realmente ci ascolti, fustigando pubblicamente la corruzione che attanaglia da tempo i padroni del Tempio.

Anche se molte volte Maggio ci ha fatto nominare invano il nome del tuo datore di lavoro, almeno tu, ascolta la nostra voce. Noi che ti avremmo abbracciato come e di più delle nostre amate sorelle di clausura. Noi che però pure qualche presentimento negativo lo avevamo avuto allo scioglimento a metà del sangue di San Gennaro. Noi che davvero non sappiamo più a quale beato affidarci, di fronte alla testardaggine del sacrestano spagnolo. Noi che aspettiamo da mesi il ritorno di san Lorenzigno ad illuminare il cammino sulle fasce. Noi che ci tenevamo a fare bella figura contro i farisei bergamaschi, come sicuramente ti avrà riferito l’ottimo cardinale Sepe, e non solo per la classifica. Noi che, nonostante il caro biglietti e qualche occasionale di troppo, non smetteremo mai di amarla e di credere in lei. Donaci la tua preghiera, carissimo, aiutaci a cacciare i corrotti da questa parrocchia e a restituire dignità a questo girone di peccatori. Noi ci siamo e ci saremo sempre. Siamo pronti anche a questa ennesima via crucis. Prega e veglia su di noi. E conducici sino al Sabato Santo della nostra definitiva resurrezione.
Otto Tifoso

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