È un Napoli senza personalità

Sogni infranti, canta Gianluca Grignani da Sanremo. Che botta! Era difficile, è stato un disastro. Napoli dissolto a Palermo per tecnica e tattica. L’erroraccio di Rafael, che ha spianato la strada ai siciliani, non spiega il collasso azzurro. Dopo Rafael, tutta la difesa è andata in tilt sulle percussioni dei palermitani, tutta la squadra è […]

Sogni infranti, canta Gianluca Grignani da Sanremo. Che botta! Era difficile, è stato un disastro. Napoli dissolto a Palermo per tecnica e tattica. L’erroraccio di Rafael, che ha spianato la strada ai siciliani, non spiega il collasso azzurro. Dopo Rafael, tutta la difesa è andata in tilt sulle percussioni dei palermitani, tutta la squadra è stata approssimativa, senza mordente. Per la quarta volta, due proprio col Palermo, la difesa incassa tre gol, decima difesa del campionato.

Il dato negativo, al di là degli errori e della formazione discutibile alla “Favorita”, è l’assoluta mancanza di personalità del Napoli. Aveva perso malissimo a San Siro contro il Milan. Stavolta, almeno, c’è stato un Palermo superiore. Ma è mancata la reazione agli svantaggi. È mancato il carattere. È mancato il collettivo.

Alla “Favorita” il Napoli è apparso sbrindellato, scarsa coesione fra i singoli e fra i reparti. Una squadra senza un cuore pulsante, tecnico e temperamentale. Una formazione senz’anima, senza leader, senza guida, senza una comunione di intenti e di sacrifici e con un labile attaccamento alla maglia, orgoglio professionale zero. Una squadra straniera in tutti i sensi, estranea alla storia e alla passione azzurre.

La Roma si blocca all’Olimpico contro il Parma ultimo (0-0) e il secondo posto resta nel mirino (-5). Sul terzo posto arriva il fiato della Fiorentina (-4) di Babacar, Salah, Gomez, Gilardino, Diamanti, una vera batteria di tiro. Più lontani Lazio (-5) e Samp (-7).

Contro un avversario a rullo compressore sul suo campo (nono risultato utile consecutivo, 25 punti sui 33 totali) non si spiega perché Benitez abbia rinunciato in partenza a Gargano rispolverando l’etereo Jorginho. Non si spiega neanche Koulibay in panchina.

Il Napoli è andato in crisi già a centrocampo dove David Lopez rimaneva solo a battersi. Per giunta, il Palermo giostrava in ogni zona con i suoi uomini migliori, Vazquez, Barreto e Quaison, più Rigoni e Lazaar. In continuo movimento, non davano punti di riferimento.

Raccolto in difesa col 4-3-2-1, il Palermo ha lasciato al Napoli un inutile possesso-palla (64 per cento, ma più palloni giocati e più errori) e ha sfiorato altri due gol: il diagonale di Bolzoni d’un soffio a lato, la parata di Rafael su Rigoni. Il talento di Vazquez sarebbe bastato da solo a piegare la partita a favore dei siciliani. In contraltare, Hamsik non aveva uguale collaborazione dai compagni rimanendo l’unico azzurro ad avere iniziativa.

Al Napoli è mancata ogni contro-mossa mentre il Palermo abbassava il baricentro per scattare nello spazio. Saltata senza Gargano la diga di centrocampo, neanche gli esterni Callejon e De Guzman sono stati positivi nei rientri, mentre Strinic veniva superato continuamente e i centrali Albiol e Britos stavano a guardare nelle azioni decisive del Palermo.

Si spera che il crollo di sabato non abbia un pesante contraccolpo sul Napoli piantatosi di brutto dopo quattro vittorie consecutive. Ora c’è un problema enorme in porta. Secondo errore consecutivo di Rafael: la papera di Palermo dopo l’uscita a vuoto su Thereau sette giorni prima contro l’Udinese. Lontani i rigori parati a Chiellini e a Padoin a Doha nella Supercoppa.

Nel primo tempo, col Palermo padrone del match, il solo Hamsik ha tentato di tirare su la squadra. Poi si è arreso per una botta alla gamba destra, in dubbio giovedì in Turchia. Il Palermo non si è scomposto neanche all’ingresso di Gabbiadini perché Higuain restava nella morsa dei due centrali, Andelkovic e Terzi, e sulle corsie il Napoli non riusciva mai a sfondare. La squadra azzurra ha finito col giocare per forza di inerzia consegnandosi a una dura sconfitta.

Non c’è stata mai una reazione vigorosa agli errori della difesa. Nel cuore del gioco dominavano i palermitani che avevano maggiore talento. Velenose, poi, erano le ripartenze dei rosanero. Il Palermo ha giocato da grande squadra, il Napoli da comparsa. Lento, impreciso, monotono, soffocato negli ultimi venti metri dal dispositivo difensivo di Iachini.

È finito il tridente che faceva sognare. Callejon sempre nell’ombra, Higuain isolato e di nuovo nervoso, a sinistra indisponibile Insigne, altalenante Mertens, tattico De Guzman. A centrocampo non si può rinunciare alla coppia dei due migliori interditori, Gargano e David Lopez. Gabbiadini, la nuova risorsa, che sul gol c’è sempre, merita d’essere utilizzato meglio.

Si va con animo mesto in Turchia, sedicesimi di Europa League, match di andata col Trabzonspor. Si pretende un segnale di riscossa, sia per restare in corsa in Europa, sia per accantonare la batosta di Palermo. I turchi, fra squalifiche e infortuni, accuseranno molte assenze, la linea mediana (Ekici e Constant) in blocco, un paio di difensori. Ma sarà ugualmente partita dura. Si spera che il Napoli tiri fuori l’orgoglio calpestato a Palermo.

Mimmo Carratelli

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