Collina alla Gazzetta: «Il fuorigioco va cambiato. La moviola? Altri sport che la utilizzano non sono soddisfatti»

La Gazzetta dello Sport sta seguendocon molta attenzione la vicenda arbitri-regolamento. Molto interessante l’intervista di ieri al capo degli arbitri Marcello Nicchi, in aperto contrasto con la Figc di Tavecchio. E altrettanto interessante l’intervista di oggi a Pierluigi Collina, designatore Uefa. Ecco un estratto:    Sulla moviola in campo cosa pensa? «L’Ifab l’anno scorso aveva […]

La Gazzetta dello Sport sta seguendocon molta attenzione la vicenda arbitri-regolamento. Molto interessante l’intervista di ieri al capo degli arbitri Marcello Nicchi, in aperto contrasto con la Figc di Tavecchio. E altrettanto interessante l’intervista di oggi a Pierluigi Collina, designatore Uefa. Ecco un estratto:   

Sulla moviola in campo cosa pensa?

«L’Ifab l’anno scorso aveva detto no a qualunque ulteriore discussione. Adesso invece ne riparle- ranno».

Molti altri sport la usano, il calcio no. Chi sbaglia?

«Intanto ogni sport ha le sue caratteristiche, e quelle del calcio poco si conciliano con interruzioni e replay. E poi mi risulta che non tutti siano soddisfatti dell’uso della moviola. Nel rugby, per esempio. E molti invidiano il calcio».

Ma alcune regole sembrano pensate per essere applicate solo con la moviola.
«Questo è un punto delicato…».

Prendiamo il fuorigioco: una volta spiegarlo era il test da fare a una donna per valutare la sua conoscenza del calcio. Oggi avrebbero difficolta? la maggior parte dei tifosi.

«Anche perché non si può chiedere a un assistente di valutare i centimetri. Non è un compito da essere umani. Nello stesso tempo è un paradosso chiedere di accettare l’errore perché la valutazione è impossibile da fare. Credo che qualcuno debba al più presto mettere mano alla questione, trovando un diverso equilibrio alla regola. Anche sulle varie interferenze con gioco e avversario. L’Ifab ha fatto un passo avanti importante con la creazione di due panel composti da addetti ai lavori per trovare le giuste correzioni».

Capitolo falli di mano: la volontarieta? e? diventato un concetto elastico…
«È l’unica regola a prevedere la punibilità solo in caso di gesto volontario. Le complicazioni arrivano perché si è cercato di codificarla attraverso una serie di fattori andando molto oltre il significato letterale del termine. Abbiamo episodi che differiscono per sfumature minime: ecco perché sarà necessario anche qui mettere dei punti fermi. Senza contare la notevole differenza tra quello che vede un arbitro in diretta e quello mostrato in tv. Rallentando le immagini si altera la percezione: quasi tutti i tocchi di mano sembrano volontari. La realtà del campo è diversa».

Altra spina, la tripla sanzione…

«L’Ifab a fine febbraio darà una risposta alle obiezioni avanzate da più parti, direi dalla quasi totalità del mondo del calcio che ritiene rigore più rosso e squalifica una punizione eccessiva. Bisogna ricordarsi il motivo per cui si decise questa regola».

Vale a dire?

«L’obiettivo era punire chi volontariamente, e magari senza possibilità di giocare il pallone, commetteva fallo per impedire a un avversario di andare verso la porta avversaria con la possibilità di segnare una rete. Ora siamo andati oltre: è punito anche chi in modo onesto cerca di giocare il pallone, ma arriva un attimo dopo sulla palla. Come nel caso dei portieri. Spesso l’attaccante cerca solo di spostare il pallone, togliendolo alla disponibilità dell’avversario. Il nostro auspicio è che l’Ifab autorizzi una sperimentazione, magari in Champions, permettendo agli arbitri di dare il rosso solo a chi all’interno dell’area di rigore si disinteressa del pallone. Il timore del Board è che aumentino le irregolarità in area: la sperimentazione potrebbe servire a valutare i numeri».

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