ilNapolista

Il Napoli prima e dopo Doha. Higuain da peso a profeta. Rafael da brocco a eroe. Ora Benitez sembra persino dimagrito

Il Napoli prima e dopo Doha. Higuain da peso a profeta. Rafael da brocco a eroe. Ora Benitez sembra persino dimagrito

Avere una squadra che vive di alti e bassi è un intrigo di una certa complessità. Ha i suoi vantaggi innegabili: ogni giocatore è come due giocatori, così possiamo dire di disporre di una rosa larga, larghissima, estesa quanto il mar Caspio, con il vantaggio per De Laurentiis di dover pagare solo la metà. L’aspetto negativo è che di ogni giocatore a volte non sappiamo cosa dire. Cerchiamo spiegazioni, ma inutilmente, spesso rimaniamo spiazzati.

Qui sotto allora troverete due definizioni a giocatore, ricostruite attraverso le voci raccolte in questi mesi dai giornali, in strada o nei bar. 


Rafael
Dopo Milano – Se a 24 anni ancora non sei maturo, allora non diventerai mai un grande portiere. Trasmette insicurezza alla difesa, mica come Reina che era un leader, grande personalità. Andò benino quella volta in Galles, ma insomma, su, il Galles. Dopo l’infortunio non è più tornato come prima. E poi diciamo la verità, quando mai il Brasile ha avuto grandi portieri? È pure moscio. Invece il portiere deve essere un poco pazzo, genio e sregolatezza. Questo ragazzo prega, prega, ma il padreterno lo sta a sentire?

Dopo Doha – Un eroe, un santo, un navigatore. La parata decisiva. E poi con la mano di richiamo! Ma che tecnica! Ma che portiere! Oh, questo ragazzo a soli 24 anni aveva già vinto tutto in Brasile e ha ancora ampi margini di miglioramento. Alla fine, quando Reina era infortunato, non lo ha mai fatto rimpiangere veramente, anzi, peccato per l’infortunio in Galles che lo ha fermato sul più bello. Con lui il Brasile ha sistemato il ruolo del portiere per i prossimi dieci anni. E poi è anche un bravo ragazzo, tutto il contrario della sregolatezza dei portieri che sono sempre un poco pazzi: dice pure le preghiere prima della partita. Dio esiste e lo sta ad ascoltare.

Maggio
Dopo Milano – È finito, non si muove, non ingarra più un cross e poi ormai lo hanno capito tutti il movimento che fa quando si inserisce alle spalle della linea difensiva. Si aspetta pure che lo chiamano in Nazionale? Abate è cento volte meglio, e pure De Sciglio, anzi a dire il vero ce ne stanno almeno sei o sette di terzini più forti di lui. E po’ è pure leghista.

Dopo Doha – Quando corre sulla fascia, nelle panchine sentono freddo per il vento che gli arriva. Sta sempre alle spalle della linea difensiva, bravissimo a farsi trovare smarcato e inserirsi, non capisco perché la Nazionale lo mortifica e gli preferisce quel cadavere di Abate, solo perché il Milan è il Milan. Nel suo ruolo non ce ne sono tanti migliori di lui e si vede che è innamorato di Napoli.

Albiol
Dopo Milano – Ma quale campione del mondo e d’Europa! Nella Spagna Albiol faceva la panchina e pure nel Real Madrid. Quando va in campo tiene paura pure dell’ombra sua. Ha ragione Enrico Fedele quando ne parla male. Non conosce i movimenti degli attaccanti italiani, come li può fermare? Di testa si fa sempre anticipare, arretra sempre, gli farebbe bene un bel periodo di riposo in panchina, con le sue incertezze alla fine toglie sicurezza pure a Koulibaly.

Dopo Doha – Ha tirato un rigore perfetto. Oh, ma chi ce l’ha l’esperienza che tiene Albiol? Ma chi ce l’ha in difesa un campione del mondo e d’Europa? Lasciate stare l’errore dell’1-0, là in verità sbagliano Lopez e Koulibaly. Questo è uno abituato al Bernabeu, non gli fa paura niente. Altro che Paolo Cannavaro. Fedele ne parla male perché l’anno scorso tolse il posto al suo pupillo. Finalmente teniamo uno che di testa le prende tutte. È stato un errore lasciarlo in panchina e mettere Henrique. Tutti a parlare di Koulibaly, ma è lui che dà sicurezza a Koulibaly.

Koulibaly
Dopo Milano – Sono cinque anni che dobbiamo comprare un difensore buono e non lo compriamo mai. Fa sempre una strunzata a partita. Il pallone si spazza, Koulibaly, si spazza. Quello se ne viene che vuole costruire il gioco. Si crede di essere Thuram. È goffo, sgraziato, noi dalla Francia già prendemmo la sola di Prunier, lui è la seconda. Meglio se ce lo vendiamo mo’ mo’, prima che si svaluta, che lo abbiamo pagato addirittura 8 milioni. 

Dopo Doha – Uè, ma questo ha tenuto la freddezza di andare a tirare sapendo che un errore sarebbe stato fatale. Lasciate stare l’errore dell’1-0, là in verità sbagliano Lopez e Albiol. Mi sa che finalmente abbiamo trovato il difensore che cercavamo da anni e anni. Non passa nessuno. Palla a terra e quando te lo fai. Sa pure impostare il gioco, viene avanti, non spreca mai un pallone. Certe volte veramente sembra Thuram. Già dicono che se lo vuole comprare il Manchester United, ti faccio vedere che De Laurentiis se lo vende subito, l’ha pagato appena 8 milioni, figurati se non pensa a fare la plusvalenza. Tutti a parlare di Albiol, ma è lui che dà sicurezza ad Albiol.

Zuniga
Dopo Milano – Non possiamo regalare uno come lui, per il Napoli è un giocatore importante. Ma vi siete dimenticati che lo voleva la Juventus? Ma vi siete dimenticati che lo voleva il Barcellona? E poi quelle finte, mamma mia, con quelle finte Zuniga ti scimunisce. Ma vi rendete conto? Questo è un titolare della Colombia, ha giocato i Mondiali, speriamo di recuperarlo il più presto possibile perché non possiamo mica andare avanti tutto l’anno con Ghoulam?

Dopo Doha – Zuniga chi? Ah sì Zuniga, ma diciamo la verità alla fine quello non leva e non mette. Con quelle finte non inganna proprio nessuno, se non a volte se stesso. Abbiamo Ghoulam, Ghoulam non va bene?

Gargano
Dopo Milano – Si tolga la nostra maglia, io non dimentico le parole che disse quando se ne andò. Resterà sempre quello che alla playstation prendeva l’Inter. Noi Gargano non lo vogliamo. In campo fa confusione, un giocatore scarso, mediocre, presuntuoso, crede che il gruppo debba ascoltare la sua voce, vuole tirare sempre lui le punizioni. Noi Gargano non lo vogliamo. Non è possibile che sia stato ripescato lui anziché comprare un centrocampista vero, uno che fa fare il salto di qualità. Noi Gargano non lo vogliamo. 

Dopo Doha – Un trascinatore, questo è. Non so quanti calciatori sarebbero riusciti a dare tutto con i tifosi che gli fanno la guerra. Non io. Ah, non io. Io l’ho sempre apprezzato. Uno che a metà campo corre e lotta come un guerriero in una squadra ci vuole. Ma avete visto che prima di ogni partita è lui a parlare alla squadra? Significa che per lo spogliatoio lui è un leader. E’ andato a tirare il primo rigore della serie a oltranza con un carattere e una personalità non da tutti. E’ stata la squadra a scegliere lui. Tiene due palle così. Ma perché lo avevamo ceduto?

David Lopez
Dopo Milano – E’ proprio il simbolo del mercato del Napoli di quest’anno. Mascherano, Fellaini, Lucas Leiva, e poi arriva questo David Lopez che nessuno conosce. Ci dovremmo ribellare, ci mancano di rispetto, Napoli è una piazza che merita giocatori di un altro spessore. Ma per cortesia. Behrami era un’altra cosa. Abbiamo venduto Behrami e ci siamo presi uno che è peggio di lui. 

Dopo Doha – E’ il giocatore perfetto davanti alla difesa, copre, dà equilibrio, ha portato sostanza e intensità. Proprio il tipo di mediano che va bene nel modulo di Benitez. Nessuno lo conosceva, ma il settore scouting del Napoli è straordinario. Questi acquisti nella fascia da 8-10 milioni non li sbagliamo mai. E poi rispetto a Behrami ha anche piedi migliori, ma ve lo ricordate l’assist a Callejon contro l’Inter? 

De Guzman
Dopo Milano  – Non è maturo per giocare dall’inizio. Un mezzo giocatore. Lo puoi mandare in campo a partita iniziata e magari qualcosa combina pure. Ma il calcio italiano è di un’altra categoria. Non può giocare fuori ruolo, non è un esterno, non ha quel passo quando sta sulla fascia, lui è un trequartista e ce lo hanno spacciato come un centrocampista. 

Dopo Doha – E’ un delitto tenerlo in panchina. Nel calcio italiano di oggi ha la qualità per fare la differenza. E poi è prezioso, sa giocare in più ruoli. Anche sulla fascia. La giocata per l’assist a Higuain è favolosa. Sa pure coprire. Io lo farei giocare titolare.

Hamsik
Dopo Milano – Una crisi infinita. E’ involuto. Gioca fuori posizione. Benitez lo sta mortificando. Dopo l’infortunio non è più guarito. Ha ancora problemi al piede. Non è un leader. Le partite che contano le sbaglia tutte. Non può fare il capitano. E’ un blocco psicologico. Dovrebbe cedere la fascia a un compagno come fece Bruscolotti con Maradona. Abbiamo sbagliato a non cederlo quando ce lo chiedeva mezza Europa. Con i soldi che ci davano avremmo rifatto tutta la squadra. Dovrebbe starsene un po’ in panchina. E’ uno senza ambizioni: sennò ti pare che si accontentava di giocare nel Napoli e di vivere a Castel Volturno?

Dopo Doha – La crisi è finita. Si è visto il vecchio Hamsik. Ha annullato Pirlo. Il suo palo ha scosso la squadra. E’ questo il suo vero ruolo quando sta bene. E’ il nuovo Gerrard. La fascia da capitano, guai a chi gliela tocca. Batterà il record di presenze di Bruscolotti. Un ragazzo d’oro, non è un mercenario. Poteva andarsene e non se n’è andato, vuole fare grande il Napoli. Bellissimo Marekiaro. Grande Hamsik.

Higuain
Dopo Milano – Ma chi vuole prendere in giro? Dopo l’eliminazione nei preliminari di Champions non è più lui. E’ sempre nervoso, manda a quel paese i compagni, pare che ci stia facendo un favore. Non ha più lo scatto dell’anno scorso, è un campione per carità ma non è un trascinatore, non mi ricordo una sola volta in cui ha preso la squadra sulle spalle. In campo ci vuole la cazzimma. Con Cavani non c’è proprio paragone, vuoi mettere Higuain con uno che ha segnato 104 gol in tre anni? Se vuole andare via, se ne vada. Io farei giocare Zapata titolare. 

Dopo Doha – Gonzalone. Il nostro profeta. Un re. Ha battuto Tevez. E’ come Maradona. Il fuoriclasse lascia il segno nelle partite che contano. Tiene una cazzimma spaventosa, guarda il secondo gol contro la Juve. Con Cavani non c’è proprio paragone, lui non solo segna ma fa anche segnare, è più uomo squadra. E c’era qualcuno che voleva far giocare Zapata titolare. Ah, io no. Io sono sempre stato dalla sua parte. Ma il Napoli deve crescere come società se vuole trattenerlo qua. 

Callejon
Dopo Milano – Questo se ne vuole andare. E’ indisponente. Ha fatto uno sguardo a Benitez e s’è capito benissimo che gli sta giocando contro. Pensa solo a sé stesso. Da quando lo ha chiamato la Nazionale è cambiato. Non la passa mai. Non segna più. Non corre. Non copre. Non ride. Ma non è che ce lo hanno scambiato con il gemello?

Dopo Doha – Ma ti pare uno che se ne vuole andare? Ha giocato con una concentrazione incredibile. A destra c’era sempre la sua copertura. Tatticamente perfetto. Al servizio della squadra. Corre, copre, ha riso pure. Vuole segnare, sì. E allora? E’ segno di personalità. 

Benitez
Dopo Milano – Un integralista. Non ascolta i consigli. Che testa dura. Non cambia mai. Non sa dare la scossa alla squadra. Non li sa motivare. Almeno Mazzarri questo lo sapeva fare. Lascia troppa libertà ai giocatori: li deve portare in ritiro. Non è adatto al calcio italiano. Scrive scrive, ma che scrive? Poi ogni tanto se ne va a Liverpool in ferie. Ma chi crede di prendere in giro andandosene in giro per i musei? Sin prisa, com’è quella frase? E che altro dobbiamo aspettare? Ma pensasse a vincere le partite. Non abbiamo gioco. Non fa mai una sostituzione prima del 70′. Il cantiniere.

Dopo Doha – Il mostro vero ce l’abbiamo in panchina. La sua forza è la coerenza. Ma hai visto come ha motivato Higuain tenendolo fuori tre volte in quattro partite? Uno psicologo. sa anche quando è il caso di lasciare un po’ liberi i calciatori, i sergenti di ferro nel calcio non servono più. E gli appunti? Ah, gli appunti. Non si perde neppure un dettaglio. Lui è attentissimo ai dettagli. Il suo database è prezioso. A Liverpool ci va per vedere le figlie, e che non le deve vedere le figlie se lavora 16 ore al giorno? A me basta che si sia calato anima e cuore in questa città, ha voluto visitarla, è diventato l’ambasciatore della cultura napoletana. E’ il re di Coppe. Con lui prima o poi vinceremo lo scudetto. Sin prisa pero sin pausa. Quando il Napoli gioca, è la squadra più bella d’Italia. Ha gestito le sostituzioni meglio di Allegri. Se ne avesse fatte prima del 70′, poi ai supplementari sarebbe stato un problema. E poi lo volete sapere? A me mi pare anche dimagrito.
Nando Deguti

ilnapolista © riproduzione riservata