Il grande freddo tra De Laurentiis e Benitez

A questo punto, la situazione è piuttosto chiara. Ieri, 11 agosto, il Napoli ha presentato la lista Champions per il preliminare contro l’Athletic Bilbao. E nella lista, come nuovi acquisti, ci sono Koulibaly, Michu e Andujar. Il resto sono assenze rispetto allo scorso anno: Reina, Behrami, Fernandez, Vargas, Pandev. A voler essere pignoli, dal punto […]

A questo punto, la situazione è piuttosto chiara. Ieri, 11 agosto, il Napoli ha presentato la lista Champions per il preliminare contro l’Athletic Bilbao. E nella lista, come nuovi acquisti, ci sono Koulibaly, Michu e Andujar. Il resto sono assenze rispetto allo scorso anno: Reina, Behrami, Fernandez, Vargas, Pandev. A voler essere pignoli, dal punto di vista della Uefa è da considerarsi un acquisto anche Jorginho. Ma siamo alla cavillosità.

Il mercato del Napoli non c’è stato. Fin qui, ovvio. Ma non possiamo prevedere il futuro, bisogna parlare di quel che accade ed è accaduto. E in questa estate, che sarebbe dovuta essere quella del completamento di un piano abbondantemente avviato lo scorso anno, non è successo niente. 

Stiamo ai fatti. E i fatti dicono che Benitez ha ancora un anno di contratto. Il suo rapporto con il Napoli terminerà a giugno 2015. Rafa ha dribblato come sa ogni domanda sul suo futuro. Al presidente simili domande non gliele hanno nemmeno poste. Ci ha pensato da solo a fornire la risposta. Lo ha fatto lo scorso 15 luglio, quando in una conferenza stampa ha detto chiaramente perché non avrebbe mai preso Mascherano: «io devo far forte il calcio Napoli, non solo una stagione perché i tecnici prima o poi passeranno…Perchè devo prendere chi ha 28-30 anni? Non solo gli devo dare uno stipendio fuori regola, poi gli devo dare un terzo anche al club , e poi se non funziona?».

Ora non sappiamo se Benitez abbia legato la sua permanenza a Napoli a un progetto e quindi a determinati acquisti, oppure se abbia detto espressamente che a giugno 2015 lui in ogni caso andrà via. Sta di fatto che l’atteggiamento di De Laurentiis è profondamente cambiato rispetto allo scorso anno (in cui gli acquisti li ha fatti, eccome). Ed è cominciato quel minuetto di cui abbiamo scritto l’altro giorno. Una serie di strani segnali. La frase di De Laurentiis («Mazzarri mi ha insegnato che è importante cambiare modulo in corsa», ben sapendo che la principale accusa nei confronti di Benitez è proprio quella di integralismo tattico); poi l’intervista a Behrami alla radio ufficiale (stiamo ancora aspettando l’intervista per salutare Reina); un articolo in cui si evidenziava che il Napoli aveva perso tempo prezioso sul mercato per rincorrere Mascherano; articolo cui Benitez ieri sera, in conferenza stampa, si è sentito in dovere di rispondere: «Non è vero che abbiamo perso tempo per Mascherano. Abbiamo fatto una lista di tanti nomi, non devo lamentarmi, devo preparare questa squadra, lavoriamo con i calciatori che abbiamo». E con questi giocheremo il preliminare di Champions League. Insomma, l’aria che si respira è questa.  

Due anni dopo, siamo punto e a capo. Cominciamo una stagione con un allenatore che molto probabilmente andrà via. Due anni fa fu l’estate della partenza di Lavezzi, sostituito da Insigne e Pandev. Anche allora non c’era la Champions. E fin qui non c’è nemmeno adesso. Tocca conquistarla.

Il gioco delle parti è cominciato. Il gioco di De Laurentiis lo conosciamo bene, fin troppo bene. Al presidente va riconosciuto di giocare sempre più o meno a carte scoperte: haparlato fin troppo chiaro nella conferenza del 15 luglio. Ma aveva detto anche che il mercato del Napoli non avrebbe atteso gli ultimi quattro giorni. I due, ormai, si lanciano segnali. Il presidente gioca sicuramente in casa. Soprattutto mediaticamente. Successe così anche a Moratti nel dicembre del 2010, basta andare a rileggersi gli articoli del Corriere della Sera dopo la conferenza stampa di Rafa per celebrare il successo dell’Intercontinentale. La conferenza in cui attaccò l’Inter. Andò come andò. E il Corriere era piuttosto sbilanciato dalla parte del società, per usare un eufemismo.

Non stiamo dicendo che la scena si ripeterà. Stiamo dicendo che però quel che avevamo scritto un mese fa si è ahinoi avverato. Non avere le idee chiare sul futuro non può che ripercuotersi sul presente. E ora il Napoli andrà a giocarsi la Champions con una rosa rabberciata rispetto allo scorso anno. È sicuramente un autogol. Dicevano i saggi, è un po’ come quel marito che per fare dispetto alla moglie si taglia il pipì. Il capo è De Laurentiis. È lui che deve trarre il Napoli dall’impaccio di questa situazione. E invece fin qui ci ha riportato nella medesima situazione di due anni fa. E ancora una volta è alla ricerca di una exit strategy. Stavolta l’impresa sarà più complessa. Non ce ne voglia Mazzarri, ma l’osso Benitez è più duro. E, soprattutto, più difficile da mettere in cattiva luce. Chissà, magari De Laurentiis capisce che con due acquisti a centrocampo anche per lui, un domani, sarà più facile uscire da questa querelle.  
Massimiliano Gallo  

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