Il taccuino di Rafa / Conte ha toccato la Madonna di Pompei, non sapeva che tifa Napoli

Quando nel pomeriggio ho visto segnare Donadel ed El Kaddouri, quando ho visto che Uvini trovava una squadra, ho pensato che Insigne avrebbe segnato con un tiro a giro (*) Poi ho visto la foto dei tifosi della Juve che venivano in pullman con la mascherina e ho capito che era un bellissimo omaggio a […]

Quando nel pomeriggio ho visto segnare Donadel ed El Kaddouri, quando ho visto che Uvini trovava una squadra, ho pensato che Insigne avrebbe segnato con un tiro a giro (*)

Poi ho visto la foto dei tifosi della Juve che venivano in pullman con la mascherina e ho capito che era un bellissimo omaggio a Carnevale.

Ho visto finalmente Chiellini da vicino. Sotto le unghie aveva ancora i capelli strappati a Cavani l’anno scorso.

Ho sentito un coro nuovo. Solo intubare, sapete solo intubare.

Non è stato un tiro a giro, ma l’assist di Insigne per il gol di Callejon per me vale anche di più.

Devo parlare di fuorigioco?

Ho sentito un secondo coro nuovo. Solo inurbare, sapete solo inurbare.

Parliamo di calcio. Questo primo tempo spiega più di tante parole i punti persi contro le cosiddette medio-piccole. Serve la testa, la testa, testa. Ci lavoreremo.

Ma forse il coro è un altro. Solo tubare, sapete solo tubare. La Juve del resto è la fidanzata d’Italia.

Nell’intervallo, uscendo dagli spogliatoi, Conte ha toccato con la mano la Madonna di Pompei. Scorretto.

Dopo 60 minuti Pirlo aveva toccato il pallone 40 volte, meno di una volta a minuto.

E ben sei giocatori nostri avevano toccato il pallone più di Pirlo: Ghoulam, Albiol, Henrique, Insigne, Jorginho e Fernandez.

Ho visto il taccuino di Mourinho e il disegno che ha fatto per descrivere cosa manca ai suoi giocatori. Bene. Ai miei quella roba là non manca.

E poi lui sarebbe l’allenatore duro e io quello moscio (presidente Moratti, ti ho letto).

Pecchia ha giocato nella Juve. Mi posso fidare nel fargli leggere questi appunti o glieli devo nascondere?

Pandev al posto di Higuain mi serve per accorciare la distanza fra la zona d’attacco e i due mediani. Lui quel lavoro lo sa fare bene.

Il collo destro di Hamsik ancora non c’è. O calcia di sinistro o di interno destro.

Certo, lo so. Adesso che ho tolto Higuain e Hamsik, se la Juve pareggia mi mettono a piazza Mercato con i piedi in alto.

Se le cose vanno bene, sei un hombre coraggioso. Se le cose vanno male, sei un cojon. Ma le idee dovrebbero essere slegate dal risultato.

Hombre coraggioso, si dirà. Per il lancio di Pandev e il gol di Mertens. Cambi azzeccati.

Il 2-0 nasce da un’azione ispirata da Pirlo. Lui ha tirato il calcio d’angolo su cui è uscito Reina che poi ha servito con le mani Pandev, che poi ha servito Mertens, che poi ha segnato. Un topolino mio padre comprò.

Mertens ha segnato sfuggendo a Marchisio. Dopo i napoletani, adesso a Marchisio saranno antipatici pure i belgi.

Pirlo che fa fallo a Jorginho durante il possesso palla e fra gli olé della gente equivale a una specie di bacio accademico.

Sei minuti di recupero. Ancora un po’ e questa partita diventa più lunga di C’era una volta in America.

Non siamo stati perfetti. Perfetti non si è mai. Sempre si può migliorare. Significa che l’abbiamo fatto benissimo.

Bella vittoria. Come quelle con il Borussia, con l’Arsenal, le due con la Roma, le due con il Marsiglia, le due con il Milan, quella con l’Inter. Non è da una vittoria che si giudica una stagione.

Si può arrivare a un livello altissimo tante volte. La cosa difficile è mantenere questo livello. Questo significa crescita.

Non ho bisogno di battere la Juve, non ho bisogno dello sfizio, per essere orgoglioso della mia squadra. Della mia squadra sono stato orgoglioso anche quando c’erano sopracciglia che si alzavano e bocche che si storcevano.

Ma divertitevi, stasera divertitevi tutti.

La Juve segnava almeno un gol da 43 partite. Si è fermata davanti alla nostra difesa che… vabbè, lasciamo perdere.

Ah, un’ultima cosa. A questo punto è chiaro che la Madonna di Pompei tifa per il Napoli.
Il Ciuccio
(*) Grazie ad Andrea Tepes Carpentieri

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