Abbiamo pareggiato col Sassuolo. E allora?

E insomma, abbiamo pareggiato col Sassuolo ultimo in classifica. In casa. E dopo che gli emiliani erano stati sommersi dai gol dall’Inter. Il copione vorrebbe che aprissimo il processo. Il turn over. Cannavaro. Fernandez. Hamsik è un fantasma. Mesto in tre giorni è tornato a essere un ex giocatore. Sì vabbè ma sto Benitez (questi […]

E insomma, abbiamo pareggiato col Sassuolo ultimo in classifica. In casa. E dopo che gli emiliani erano stati sommersi dai gol dall’Inter. Il copione vorrebbe che aprissimo il processo. Il turn over. Cannavaro. Fernandez. Hamsik è un fantasma. Mesto in tre giorni è tornato a essere un ex giocatore. Sì vabbè ma sto Benitez (questi sono quelli che ieri sera al triplice fischio tutti goduriosi volevano commentare la partita).

Abbiamo pareggiato. Ok. Volete l’elenco dei pareggi delle squadre prime in classifica contro le ultime? Quali volete? Solo quelle degli ultimi anni del campionato italiano, o preferite anche una classifica comparata? Noi ve li facciamo, eh.

Perché il Napoli le partite le deve vincere tutte. Sennò che squadrone è. E, soprattutto, sennò perché osannare questo Benitez. Potremmo stare qui a dire che il Real Madrid ha vinto al 96esimo su rigore molto dubbio contro la neopromossa Elche. E ancora e ancora. E invece ci limitiamo a non aprire il processo. Una cosa vorremmo dire, questo sì. Una squadra dalla mentalità vincente queste partite le vince. Perché tante partite giocheremo così. Perché i trofei, i campionati, si vincono così. Con punti conquistati immeritatamente. E portando a casa vittorie squallide contro squadre ultime in classifica. Magari con un colpo di testa di Diego in tuffo dopo che la Samp va in vantaggio e si mangia due gol davanti alla porta. O con un gol in fuorigioco.

Come? Il turn over? Ancora col turn over? Questo è, Benitez lo ha detto dal primo giorno. E poi, scusate, delle due l’una: o non doveva fare il turn over o Hamsik era troppo stanco. La verità, secondo me, è che abbiamo dimenticato che cosa voglia dire lottare realmente per qualcosa. Vogliamo vincere senza sudare e senza soffrire. Come quelli che pretendono di passare l’esame universitario studiando gli ultimi due giorni.

La costruzione di una squadra è come la costruzione di un amore di fossatiana memoria. Spezza le vene delle mani, mescola il sangue col sudore se te ne rimane. Il resto è accademia. Se avete in testa di vincere tutte le partite e per di più in carrozza, cambiate canale. Come? Troppo comodo così? Manca l’analisi della partita? È mancata l’intensità, certo, non c’è stato il giro palla, quello che al sessantesimo stremava gli avversari. C’è stato invece il passaggio al compagno libero, che è un’altra storia. Quando stai bene fisicamente, vedi le cose con quel centesimo di secondo d’anticipo. Ieri non è stato così.

Ma qui, processi dopo sei partite, con cinque vittorie e un pareggio, non ne imbastiremo. Ci atteniamo a registrare le frasi di Benitez nel dopo partita: «Pareggio giusto e non sono due punti persi, perché nessuna partita è vinta prima di giocarla». E nessuna recriminazione sul turn over. Lo so, non siamo abituati.
Massimiliano Gallo

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