Sconcerti spiega (ben informato) che Mazzarri non si strappa i capelli per la partenza di Cavani

Tu chiamalo, se vuoi, retroscena. Il retroscena, per chi non avesse tanta dimestichezza col giornalismo, è una sorta di articolo-truffa. Il giornalista parla con gli attori della vicenda ma, poiché questi non intendono dichiarare ufficialmente le proprie posizioni, descrive le loro posizioni come se li guardasse parlottare dietro il palco. In realtà è un accordo. […]

Tu chiamalo, se vuoi, retroscena. Il retroscena, per chi non avesse tanta dimestichezza col giornalismo, è una sorta di articolo-truffa. Il giornalista parla con gli attori della vicenda ma, poiché questi non intendono dichiarare ufficialmente le proprie posizioni, descrive le loro posizioni come se li guardasse parlottare dietro il palco. In realtà è un accordo. Il protagonista – in genere un politico – si serve del giornalista (che è ben contento, incredibilmente, di fare il messaggero) per lanciare segnali.
Ecco, stavolta se retroscena si tratta – e parrebbe proprio di sì – il protagonista è Mazzarri. Il Corriere della Sera oggi dedica un paginone a Edinson Cavani e alla sua probabile partenza: l’ennesimo addio all’Italia, un anno dopo Ibrahimovic, di un campione. Il punto non è tanto l’articolo principale né quello sul “campione innamorato che ama la normalità”. Il punto è il colonnino a firma Mario Sconcerti. Intitolato: “La punta ideale ma conta di più chi arriverà”. Insomma, dà per scontata la partenza. Non solo. Nel colonnino Sconcerti scrive di Edinson con cognizione di causa. Come se avesse a lungo colloquiato con Mazzarri.
Scrive: «A me risulta che Mazzarri certamente non sia felice ma nemmeno inconsolabile per la sua partenza». Bum! Il centravanti ideale di Mazzarri è un centravanti classico che gioca di forza e di gomiti in mezzo all’area e aiuta gli altri ad andare in porta». E fa anche dei nomi. Spara alto con Dzeko, Mandzukic e Gomez per poi planare pericolosamente su Matri. Infine – bontà sua – riconosce che un altro Cavani non c’è. Ma aggiunge – e chissà chi glielo avrà detto – «attenzione che per adesso Cavani è stato insostituibile per Mazzarri quanto Mazzarri lo è stato per Cavani. A Palermo non era questo Cavani. In sostanza, più di chi parte conta sempre chi arriva e chi resta».
Insomma, sibillino anziché no. Ovviamente non tutti i torti. Solo col Napoli (nemmeno in Nazionale, dove gioca all’ala) Edinson ha dimostrato di essere un bomber. Da stamattina conosciamo anche il reale pensiero di Mazzarri sul tema. È più importante lui di Edinson per il Napoli (e forse non ha nemmeno tutti i torti ma questa è un’altra storia). Lo stravolgimento dell’aut aut Sacchi-Van Basten. Dilemma che il Cavaliere risolse piuttosto rapidamente affidando il Milan a Capello.
Massimiliano Gallo

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