Una domenica mattina davanti al carcere di Poggioreale

“Figliolo, viviamo in un mondo pieno di muri e quei muri devono essere sorvegliati da uomini col fucile”. Mi ha convinto Jack Nicholson, nella miliardesima replica di “Codice Rosso” con Tom Cruise, a segnalare quest’episodio. Un carcere, credo, dovrebbe essere tra i luoghi più sorvegliati al mondo. A Napoli ne abbiamo addirittura due, a Secondigliano-Scampia […]

“Figliolo, viviamo in un mondo pieno di muri e quei muri devono essere sorvegliati da uomini col fucile”. Mi ha convinto Jack Nicholson, nella miliardesima replica di “Codice Rosso” con Tom Cruise, a segnalare quest’episodio. Un carcere, credo, dovrebbe essere tra i luoghi più sorvegliati al mondo. A Napoli ne abbiamo addirittura due, a Secondigliano-Scampia e a Poggioreale (senza contare Nisida per i minori e Pozzuoli per le donne) che sono penitenziari praticamente cittadini. Il primo, forse, leggermente delocalizzato e il secondo a pochi metri da tribunale, procura e uscita della tangenziale. Non sono soltanto film e telefilm a suggestionarci sull’ipercontrollo delle “case circondariali”. Basta alzare lo sguardo, da via Giovanni Porzio, per vedere militari che, chiusi in “torrini”, ventiquattr’ore su ventiquattro perlustrano fuori e dentro le mura carcerarie (virgoletto “torrini” perché non so quale sia la parola esatta da utilizzare). Se da un lato ti fa tristezza pensare che migliaia di detenuti in condizioni disumane sono chiusi lì dentro, dall’altro ritieni che la zona circostante debba essere super protetta e garantita, con decine di telecamere che registrano qualsiasi movimento. E con “uomini col fucile” a presidiare. Altrimenti, rifletti, sarebbe troppo facile organizzare una “fuga da Alcatraz” o l’irruzione di criminali armati che liberano qualche collega di cosca. Purtroppo non è così. Domenica mattina lascio l’auto su via Porzio, in linea d’aria a poche decine di metri dal torrino di controllo col milite, un “uomo col fucile” a sorvegliare. Avevo dimenticato un oggetto sulla scrivania dello studio e, con la famiglia ancora sotto alle lenzuola, sono andato a prenderlo. Ore 8 del mattino circa, domenica. Un deserto. Non più di dieci-quindici minuti, torno e quando apro l’auto, sorpresa: finestrino rotto, cruscotto smontato e stereo – navigatore per caso ancora nel suo vano. Mancava una vite da svitare e lo avrebbero portato via. Il mio ritorno improvviso ha fatto fuggire i ladri. Procedo con le filastrocche telefoniche di amici e parenti? Ti è andata bene, avrebbero potuto massacrarti di botte, rubare l’auto, rapinarti, forse violentarti. Con un centinaio di euro te la cavi, lo stereo – navigatore è ancora tuo. L’oscar va a: “Certo, li hai intossicati”. Io avrei intossicato i ladri. Siamo a Napoli. L’uomo col fucile è a pochi metri, in linea d’aria. Avrei voglia di chiedergli se ha visto cosa è accaduto. E se ha visto Codice Rosso con Jack Nicholson e Tom Cruise.
Giuseppe Pedersoli

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