Chi ha paura del «Turin Eye»? Chi teme l’arrivo della grande ruota panoramica di cui si parla ormai da tempo? Per il momento il progetto lanciato due anni fa grazie dall’ex assessore Sbriglio sta dividendo il quartiere.
Ricapitoliamo la querelle, tenendo presente che se questa novità è già piuttosto vista all’estero, Torino sarebbe la prima città italiana a dotarsene. Ecco i segni particolari della nostrana «Millenium Wheel».
L’identikit
Alta sessanta metri (meno della metà del London Eye) per 336 posti che ondeggiano su 42 gondole capaci di completare un giro in 20 minuti. Dovrebbe essere sistemata davanti all’Istituto Galileo Ferraris. Si tratta del modello R60, già presente a Siviglia, Belfast e Windsor (Canada).
L’investimento
La mega ruota dovrebbe costare dai 6 ai 9 milioni a carico dei giostrai dell’Agis. Il progetto è stato presentato da Massimo Piccaluga, vicepresidente regionale Agis: costa oltre 8 milioni e sarebbe finanziato da una cordata di imprenditori. Loro premono per realizzarlo, ma non in una location qualsiasi: ai piedi della collina. Da qui si potrebbe godere di un panorama mozzafiato sul fiume.
Pro Natura contraria
«Si mangerà il Valentino, il nostro storico parco storico rischia di trasformarsi in Luna Park permanente». Ecco come vede l’arrivo della ruota panoramica Pro Natura, che in una lettera aperta a firma del vicepresidente, Emilio Soave, denuncia «l’usura intensissima» a cui è sottoposto il polmone verde della città in cui «l’unica regola che vale è quella della deroga a ogni regolamento».
«Meglio alla Pellerina»
La discussione sta infuocando i social network: «A che cosa serve una ruota per godersi il panorama – denuncia un commento – quando c’è la collina a due passi da cui ammirare ancor meglio città e montagne?». Location alternativa? Il parco della Pellerina o la Continassa.
Il quartiere spaccato
Per il momento la circoscrizione si è divisa. Mentre i politici del quartiere pongono l’accento sull’attrattiva turistica e sui suoi benefici, i cittadini non sono per nulla convinti, per gli stessi motivi già illustrati da Pro Natura: l’insostenibilità ambientale per il parco, anche per via del traffico che porterebbe. Secondo l’Agis la ruota porterà nuova linfa al commercio della zona e, come ha spiegato Piccaluga, «avvicinerebbe il turismo torinese agli standard europei. «Sapevamo di andare incontro a critiche – ha aggiunto – ma difendiamo il valore sociale e culturale dell’operazione. E non siamo disposti a trattare sulla posizione».
E il traffico?
Anche questo pare essere un problema. Se la ruota funzionerà come elemento turistico attrattivo (e così si spera) finirà per attrarre anche parecchie auto che creerà inevitabilmente caos da quelle parti. Sul fatto che la ruota attirerebbe traffico aumentando la carenza di parcheggi in zona, il coordinatore alla viabilità Marco Addonisio minimizza osservando che «sono problemi che si pongono soprattutto di notte, per via dei locali, più che di giorno, quando girerebbe la ruota».
Le altre ruote
Non sarà gigantesca nè monumentale come la «Singapore Flyer» (la più alta del mondo, dall’alto dei suoi 165 metri) né come la «London Eye» (di 135 metri), «ma da là sopra – come fece notare due anni fa l’ex assessore allo Sport Sbriglio – si potrà godere uno spettacolo mozzafiato dalla collina fino al Monviso». Torino che non è Pechino (con la sua ruota da Guinness di 208 metri) e neppure Berlino, che ne ha pronta una da 175, e tanto meno Dubai, che farà le cose in grande con una ruota da 185 metri, cerca di accontentarsi così.
Emanuela Minucci (La Stampa)
p.s. ma il progetto napoletano per la Stazione Marittima che fine ha fatto?