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Guerrieri contro mandolinisti e un pronostico da ribaltare

Una banda di guerrieri affamati tornata a vincere (scudetto) dopo nove anni, l’inferno di calciopoli e il purgatorio di otto campionati d’attesa e di sofferenza. Questa è la Juventus alla quale Conte ha impresso il carattere, la grinta, la corsa e l’irriducibile convinzione d’essere la squadra più forte come le vecchie squadre padrone in maglia bianconera. Una squadra di mandolinisti, il Napoli, che ha steccato il finale di campionato (4 sconfitte nelle ultime nove giornate) ed è afflitto dalla vicenda-Lavezzi. La feroce determinazione della Juve, tutti che vogliono campionato e Coppa come è successo due volte (1960 con Boniperti, Charles, Sivori e 1995 con Vialli, Baggio, Del Piero, Conte) e l’ambizione del Napoli (primo trofeo per l’era De Laurentiis) molto dichiarata a parole che sono però fallite nella rincorsa al terzo posto.

E allora che match sarà davanti ai trentamila napoletani che hanno prenotato l’Olimpico, quanti ce ne andavano a Roma per il Napoli irriducibile di Vinicio e per il Napoli di Maradona? Quanto sapranno suonare i mandolinisti di Mazzarri sui quali la Juve ha minacciato di passare come uno schiacciasassi? Che cosa ha ancora nelle gambe e nella testa il Napoli, perché solo il cuore non basta, per fermare il caterpillar juventino?

Quelli partiranno a mille, difesa alta, pressing altissimo, centrocampo di lotta e di governo, aperture sulle fasce e cross immediati, sponda degli attaccanti e centrocampisti che arrivano al tiro, più i tocchi geniali di Del Piero. Questo è il quadro. Il Napoli non è squadra che sa difendersi (catenaccio) per colpire di rimessa. L’avesse saputo fare, avrebbe eliminato il Chelsea. La difesa ha avuto i suoi problemi quest’anno e, in mezzo al campo, mancherà Gargano (squalificato), l’unico vero incontrista.

La Juve potrà essere tradita dalla sua eccessiva sicurezza, anche se dice di temere il Napoli (è per dare più valore all’eventuale vittoria). Servirebbe un palleggio sapiente degli azzurri per raffreddare l’incandescente gioco bianconero. Servirà un pressing generoso per frenare alla fonte l’iniziativa juventina. Servirà molto Napoli per fare la sorpresa e capovolgere il pronostico. La Juve ha tanti modi per andare a bersaglio, è questa la sua forza in attacco senza autentici attaccanti. Il Napoli ha un solo sentiero, che conduce a Cavani, per battere Storari. Perciò è più prevedibile. Il centrocampo a cinque di Madama terrà sulle fasce giocatori inesauribili nel fare la doppia fase di difesa e attacco. Se Maggio e Zuniga perdono i loro duelli, il Napoli avrà da soffrire molto.

C’è forse un giocatore che può dare alla squadra azzurra la luce della speranza. E’ Hamsik. Una sua partitissima potrebbe portare avanti il Napoli a patto che Cavani (accontentato per la partecipazione alle Olimpiadi) sfoderi la spada del matador e Pandev velocizzi il gioco senza tenere troppo la palla. Gli juventini sono maestri nel “saltare” sull’uomo e ripartire, rubare palla e attaccare. Un Napoli compatto e attento deve fare argine a centrocampo ribaltando il fronte rapidamente.

Andiamo a vedere se la partita sarà proprio come si disegna sulla carta, pendendo dalla parte della Juve. Trentamila napoletani all’Olimpico coltivano un sogno. Che il Napoli sappia essere all’altezza dell’impresa. Poi, come si è sempre detto, vinca il migliore, ma anche il peggiore se la fortuna si commuove per la squadra data per spacciata.
di Mimmo Carratelli

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