Perdonaci, Mazzarri, se non capiamo la metafisica del calcio e badiamo solo al risultato

Dopo i risultati di sabato credo che il terzo posto, fatto salvo l’imponderabile, se ne sia andato. Del Napoli in particolare mi ha molto negativamente colpito la prestazione sotto il profilo della motivazione. La squadra non ha mai dato la sensazione di giocare la partita della vita. Come pure era lecito attendersi. Distratti. Molli nei […]

Dopo i risultati di sabato credo che il terzo posto, fatto salvo l’imponderabile, se ne sia andato. Del Napoli in particolare mi ha molto negativamente colpito la prestazione sotto il profilo della motivazione. La squadra non ha mai dato la sensazione di giocare la partita della vita. Come pure era lecito attendersi. Distratti. Molli nei contrasti. Lenti nei recuperi. Irritanti negli inutili tacchi e tacchetti. Insomma un misto di declino atletico, tattico, psicologico. Nessuno dei giocatori in campo ha meritato la sufficienza. A partire da un goffo De Sanctis fino ai sedicenti tenori. In quanto a questi ultimi se aggiungo quanto visto l’altra domenica a Torino… beh … potrebbero cantare forse al più in qualche festa di matrimonio.

Mazzarri poi mi manda in bestia. Quando, con insopportabile cadenza da chiagnazzaro, sostiene che la squadra ha giocato bene. Ma si può offendere l’intelligenza altrui fino a questo punto? Non ho particolari rimproveri da muovergli in questa partita. E trovo che con il materiale a disposizione in questi tre anni ha ottenuto più del dovuto. Ma perché ostinarsi a mentire? Perché negare l’evidenza dei fatti. Il massimo lo ha raggiunto quando rivolgendosi a Massimo Mauro ha detto con supponenza inaudita “ma tu guardi solo il risultato?”. Siamo alla pantomima (messinscena per commuovere o ingannare qualcuno!) caro Walter. Secondo la tua teoria nel calcio un tecnico deve disinteressarsi del risultato. Che è un dettaglio irrilevante. Cui badano solo gli incolti incompetenti come chi scrive. I tifosi di rustica progenie. I materialoni incapaci di cogliere il senso sublime della metafisica del calcio. Che di fronte a due successive batoste per tre ad uno non affermano sospirando tutto va ben signora la marchesa.

Ebbene io ti dico che nel calcio conta soltanto il risultato. Con i risultati si vince un campionato, si arriva secondi o si va in serie B. E se un tecnico, come tu affermi in continuazione, non deve badare ai risultati allora … beh allora ci vuole un buon medico. Forse hai mal compreso il senso dell’ affermazione, l’importante non è vincere ma partecipare. Essa è in realtà un giochino logico. Non la massima propria del perfetto alenatore. E’ più importante partecipare perché se non partecipi proprio, certamente non puoi vincere. Insomma partecipare è, ovviamente, la precondizione per vincere. Una volta che partecipi, però, quello che conta è vincere.

E poi vogliamo parlare del gioco? Ebbene parliamone. Non fa parte del gioco chiudere Candreva sul primo goal? O stringere su Mauri in occasione del secondo goal? E il centrocampo di Inler e Hamsik che va sotto di fronte a quello laziale è gioco o che cosa è? Non fanno parte del gioco quei meccanismi che portano la squadra a prendere ormai d’abitudine tre goal a partita?

Caro Mazzarri i tuoi colleghi Mourinho e Guardiola avrebbero magari dichiarato ho visto una squadra in piena involuzione di gioco. Poco determinata. E mi assumo per questo la mia parte di responsabilità. Lavoreremo fino all’ultimo incontro per tornare su livelli di gioco accettabili.

Guido Trombetti

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