La prima volta finì 9-7, Savoldi segnò 12 gol

E venne il giorno della prima partita sul Campo. Ore 20 palla a centro. Dopo anni passati a giocare in strada, dove ogni spazio veniva sottomesso alla nostra passione per il pallone, eravamo su un campo vero. Scegliemmo il Pineta di Fuorigrotta. Il proprietario, non fidandosi della giovane delegazione incaricata della delicata missione, aveva preteso […]

E venne il giorno della prima partita sul Campo. Ore 20 palla a centro. Dopo anni passati a giocare in strada, dove ogni spazio veniva sottomesso alla nostra passione per il pallone, eravamo su un campo vero. Scegliemmo il Pineta di Fuorigrotta. Il proprietario, non fidandosi della giovane delegazione incaricata della delicata missione, aveva preteso che pagassimo in anticipo l’intera somma per il fitto. E questo un mese prima della fatidica data. Il capitale versato ci era costato un paio di mancate uscite domenicali. In 30 giorni avevamo organizzato tutto alla perfezione affinché la prima volta fosse veramente indimenticabile.

Fatte le squadre, bisognava pensare al resto. Ok, per il pallone di cuoio, regalo della Befana ad uno di noi, e per le divise ci eravamo proposti di usare magliette chiare o scure per distinguere le squadre di appartenenza. Sorvolammo sui numeri. Avevamo convinto Ferdinando, un amico con la passione per il fischietto, a farci da arbitro promettendogli che nessuno avrebbe messo in discussione le sue decisioni. Tutto sembrava fosse andato nel verso giusto. Sembrava. La prima sorpresa l’avemmo all’uscita dagli spogliatoi. Moltissimi, quasi tutti, indossavano magliette del Napoli. “Ma come – disse uno con la divisa del mitico Savoldi – noi dovevamo mettere le magliette chiare e voi le scure”. “Per me questa è celeste scuro” gli replicò un avversario che ne indossava una identica.

Dopo aver convinto a fatica Ferdinando, sorvolammo anche sulle divise. Al fischio di inizio ne seguì immediatamente un altro: “La palla si passa avanti”, ci ammonì Ferdinando. Riprendemmo il gioco ma quella era stata solo la prima di una interminabile serie di interruzioni. Ferdinando aveva deciso di applicare alla lettera il regolamento fischiando tutto il fischiabile. “Fiuuuuuut fallo…. Fiuuuuut gamba tesa… fiuuuuuut gioco pericoloso.. fiuuut palla trattenuta”. Più che una partita sembrava un concerto per soli flauti. Al trecentesimo fuorigioco chiamato da Ferdinando scattò, secondo il nostro personalissimo regolamento, la sua espulsione dal campo. Il resto della partita fu lo sciamare di una massa azzurra attorno al pallone. La campanella pose fine a quello strazio.

Risultato finale: Napoli chiaro 9 – Napoli scuro 7. Savoldi segnò 12 gol.

Ciro Fusco (tratto da “Auti nostro”)

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