Il Napoli ha due metà, come il Visconte di Calvino

Il Napoli non riesce a scardinare il bunker del Cesena: al San Paolo finisce 0-0 con un palo di Cavani e una rete annullata — tra le proteste — a Pandev nel finale. Dopo la sconfitta di Genova, insomma, agli azzurri non riesce di rimmetersi in corsa per un posto in Champions. Zona che, anzi, […]

Il Napoli non riesce a scardinare il bunker del Cesena: al San Paolo finisce 0-0 con un palo di Cavani e una rete annullata — tra le proteste — a Pandev nel finale. Dopo la sconfitta di Genova, insomma, agli azzurri non riesce di rimmetersi in corsa per un posto in Champions. Zona che, anzi, con le vittorie di Udinese e Lazio si allontana. E domenica c’è il Milan a San Siro. Gara fortemente a rischio per il maltempo. Alla fine del ‘600 il visconte Medardo partecipa a una guerra di religione. Teatro: la Boemia. Colpito in pieno da una palla di cannone, si ritrova diviso in due metà. Esattamente simmetriche. Ognuna delle due parti vive una vita sua. L’una è la metà maligna. Capace di ogni atrocità. L’altra è la metà buona. Dedita al bene altrui. È la celeberrima novella di Calvino «Il visconte dimezzato». Fin qui la trama dell’opera simboleggia alla perfezione il comportamento del Napoli di quest’anno. Che appare come diviso a metà. La metà cattiva è quella vista a Genova. Una difesa peggiore di un colabrodo. Errori da dilettanti. Un centrocampo a passo d’uomo. Un passaggio sbagliato dopo l’altro. I bombardieri senza bombarda per oltre un’ora. Poi c’è l’altra metà. La metà buona del Napoli. Che dico, buona? Perfetta! Quella vista solo tre giorni prima contro l’Inter. Una squadra in grandissima forma fisica. Che gioca a memoria. E costruisce una delle più belle partite della stagione. Difesa perfetta. Centrocampo ben registrato. Copre con efficacia. E costruisce con raziocinio. Attaccanti inesorabili con Cavani uber alles. Nella novella di Calvino la metà cattiva di Medardo torna in paese e ne fa di cotte e di crude. Atrocità sfuse ed a pacchetti. Arriva ad uccidere il padre. Il paese è nel panico. (Insomma, ricorda il Napoli di Genova). Torna anche la metà buona. Si profonde in manifestazioni di altruismo, gentilezza, generosità. È un uomo perfetto. (Come il Napoli contro l’Inter). Però è tanto perfetto che i paesani si sentono asfissiati dalle sue attenzioni. E arrivano a rimpiangere la metà malvagia. Alla quale in fondo in fondo riconoscono insospettabili doti di simpatia. Capacità ironica. Per certi versi, molta sincerità. (Questa parte della trama non potrebbe prender corpo nel «paese San Paolo». I tifosi giovani e vecchi, accademici e non, preferirebbero sempre e comunque la squadra vista contro l’Inter. La metà buona). Dopo altre vicissitudini la novella si conclude con l’intervento di un medico che ricuce le due metà. E Medardo torna tutto intero. Sintesi di bontà e cattiveria. Più o meno come tutti gli esseri umani. Questo finale può rappresentare il destino del Napoli di questa stagione? Direi di no. Troppo poco costante. Privo di un vero leader in mezzo al campo. Di chi sappia con autorità dettare tempi e scelte del gioco. Dobbiamo rassegnarci. Dalle stelle alle stalle e poi di nuovo alle stelle. Domenica dopo domenica. Le due metà del Napoli per oggi nessuno è in grado di ricucirle. Il visconte resterà dimezzato.
Guido Trombetti (tratto dal Corriere del Mezzogiorno)

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