Questo Napoli non manca mai gli appuntamenti che contano

Cuiusvis hominis est errare: nullius nisi insipientis, in errore perseverare (è cosa comune sbagliare; è solo dell’ignorante perseverare nell’errore) diceva Cicerone in una della Filippiche. O vogliamo partire da Le Metamorfosi di Ovidio? Ma lasciamo perdere i classici latini. Il punto è che abbiamo visto un Napoli trasformato. Insolito. Non nella formazione. Ma nell’approccio tattico […]

Cuiusvis hominis est errare: nullius nisi insipientis, in errore perseverare (è cosa comune sbagliare; è solo dell’ignorante perseverare nell’errore) diceva Cicerone in una della Filippiche. O vogliamo partire da Le Metamorfosi di Ovidio? Ma lasciamo perdere i classici latini. Il punto è che abbiamo visto un Napoli trasformato. Insolito. Non nella formazione. Ma nell’approccio tattico alla partita. Gli azzurri rinunciano a giocare sulla corsa frenetica. Niente pressing nella metà campo interista. Preferiscono aspettare i neroazzurri sulla linea di centrocampo. Evidentemente Mazzarri ha inteso coprire la difesa troppo incerta nelle ultime uscite. E a mio avviso bene ha fatto il tecnico ad operare questa scelta tattica. Così nel primo tempo il Napoli marca una visibile superiorità. Costruendo anche qualche buona occasione. Per poi vincere la partita nella ripresa.

Centrocampo. Finalmente ben registrato. Copre con efficacia. E costruisce con raziocinio. Grazie innanzitutto ad un Hamsik continuo ed a tratti illuminato e illuminante. Con Gargano grintoso come nei giorni migliori. Ed Inler in ripresa. Ma si sa. E’storia ormai nota. Lo svizzero rende con due uomini a fianco.

La difesa. I tre difensori centrali appaiono più tranquilli e sicuri con la copertura dei centrocampisti. E con un portierone stellare alle spalle. I due sulle fasce hanno fatto per intero il loro dovere. Macinando chilometri avanti e indietro. Con uno Zuniga a mio avviso super.

Poi l’attacco. Lavezzi. Anche se non ancora al meglio, quando parte fa sempre paura. Pandev che lo sostituisce gioca una mezz’ora fantastica. Cavani. Che dire di lui? E che vuoi dire di un attaccante che conquista un rigore. Lo batte . In situazione psicologica difficile dopo l’errore di domenica. E fa goal. Poi al novantaduesimo segna una rete da sogno . Credo che il portiere ed il suo marcatore stiano ancora adesso seduti sull’erba del San Paolo. Puoi solo dire che un campione si vede in queste situazioni. E che la personalità (parafrasando il Manzoni sul coraggio di don Abbondio) chi non ce la ha non se la può dare.

Certo dopo il vantaggio la squadra ha sofferto un po’. Ma ricordiamo che di fronte aveva uno squadrone reduce da otto vittorie consecutive. Che era venuto a Napoli per vincere. E che gli azzurri erano in un momento difficile della stagione.

In conclusione. Il Napoli quest’anno è così. Stenta contro gli avversari mediocri. Ma non fallisce gli appuntamenti contro le squadre più forti. Un po’ come quei ciclisti fortissimi nelle gare in linea. Che non vincono le corse a tappe. L’importante è sapersi accontentare.

Chiudo con i complimenti a Mazzarri. Che ha subito molte critiche (anche da chi scrive) per alcune dichiarazioni apparse ai più improvvide. Ha preparato una partita perfetta sul piano tattico. Presentando in campo una squadra motivata e concentrata alla perfezione. E questo il tecnico che noi vogliamo.

Guido Trombetti
(tratto dal Corriere del Mezzogiorno)

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