Le due facce di Napoli anche sulla Concordia

Entrambi capitani ed entrambi campani. Uno con una forte cadenza napoletana, l’altro che si esprime in un italiano impeccabile che fa trapelare la propria origine soltanto da lievissime accentazioni e da alcune espressioni tipiche «..lei si è salvato dal mare.. ma io le faccio passare l’anima dei guai..». Uno, forse perché spaventato e scosso che […]

Entrambi capitani ed entrambi campani. Uno con una forte cadenza napoletana, l’altro che si esprime in un italiano impeccabile che fa trapelare la propria origine soltanto da lievissime accentazioni e da alcune espressioni tipiche «..lei si è salvato dal mare.. ma io le faccio passare l’anima dei guai..». Uno, forse perché spaventato e scosso che biascica, mentre l’altro fa fluire le parole con fare perentorio e deciso. Per concludere: uno che rappresenta il tipico meridionale da esportazione con tutte le peggiori accezioni e status symbol che ne conseguono, l’altro uno di quei napoletani che non fanno notizia.. uno di quelli a cui un settentrionale confesserebbe la solita frase “non sembri napoletano”.

Non mi piacciono i processi mediatici e pubblici e infatti non ho intenzione di aggiungermi al coro di sentenze preconfezionate circa la tragedia della Costa Concordia. C’è un’inchiesta in corso che seguirà la sua strada e che condannerà gli eventuali responsabili. Eppure la telefonata che impazza in queste ore su tutti gli organi di informazione intercorsa tra il Capitano della Msc, Schettino e il Capitano del porto di Livorno, De Falco mi ha indotto a queste ed altre riflessioni.

Nel mezzo di un disastro ecco emergere l’antropologica contraddizione e contrapposizione tra le due facce della medaglia della nostra città e delle nostre terre. L’una e l’altra fatalmente unite. Peccato che troppo spesso il destino capovolge le posizioni e altera i meriti.

Al netto di una concitata conversazione telefonica l’impressione è che quello Schettino appartenesse a quella schiera, certo non disprezzabile, buona per intrattenere l’uditorio con qualche canzone: un campano da commedia che si ritrova a governare un grattacielo sul mare. L’altro, serio e scrupoloso, in un ufficio di capitaneria a governare il traffico marittimo.

A me l’effetto che ne è ritornato è quello di vergogna e poi di onore nell’appartenenza comune alla stessa terra, alla stessa cultura. Due modi di intendere la vita che ci appartengono forse allo stesso tempo fino in fondo all’anima.
Valentino Di Giacomo

Correlate