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Le dichiarazioni di De Sanctis sottintendono uno spogliatoio incrinato?

Ieri sera, dopo il 3-1, mentre ero imbottigliata nel traffico costretta in macchina dalla pioggia che ci aveva sorpresi prima di andare allo stadio, ho ascoltato le telefonate dei tifosi a Radio Marte. Una depressione che non si sa. Poi, però, l’illuminazione. La radio trasmette l’intervista rilasciata a Sky da Morgan De Sanctis e riportata per esteso e in modo perfetto da Gianluca Agata, oggi, su Il Mattino.Gianluca vi legge una critica alla difesa. In realtà mi sono interrogata per buona parte della notte e per le prime ore del mattino su cosa avesse voluto dire Morgan con quella frase: “Non è un problema di modulo. Le partite sono preparate bene (…). È un problema di meccanismi, di interpretazioni personali. È chiaro che queste interpretazioni vanno di pari passo con un lavoro più deciso e coeso da parte di tutti”. Gianluca riporta anche il pezzettino dell’intervista in cui De Sanctis fa l’esempio della barriera saltata con il Novara e aggiunge che non si riferisce solo al portiere o ai difensori. Dunque, cerchiamo di essere lucidi, quello che in campo, almeno in campionato, non siamo da un po’. Se il nostro portiere avesse voluto alludere a Mazzarri, non avrebbe escluso il capitolo moduli, secondo me. Se avesse voluto semplicemente dare addosso alla difesa avrebbe potuto fermarsi sulla valutazione della posizione sbagliata di Aronica o sul suo mancato aiuto a Campagnaro sul secondo gol, come in effetti ha sottolineato. Ma Morgan, secondo me, ha detto altro. Ha parlato dello spogliatoio, secondo me. Ha difeso l’allenatore, che probabilmente si trova al centro di una maretta, dicendo che c’è qualcuno che non fa il suo dovere, che non segue le direttive, che non lavora in modo “coeso e deciso” insieme al gruppo. Va bene, ma chi? Pandev che abbandona la barriera? Cavani che non si impegna come ha fatto finora? (c’è da dire, però, che a Cavani arrivano almeno trenta palle in meno rispetto a quante glie ne arrivavano l’anno scorso) Lavezzi proprio no, visto che si è dannato l’anima pure ieri. La difesa? Forse. Ma secondo me in quell’espressione riguardante le interpretazioni personali c’è tutto un mondo da esplorare. Mi sono persino chiesta se c’entrasse in qualche modo De Laurentiis e la sua dichiarazione, dopo la prima partita di Champions contro il Manchester, secondo cui l’obiettivo prioritario era l’Europa. E’ che non ci credo che quello era l’obiettivo prioritario. Perché, se quello è l’obiettivo, allora punti ad entrare in Champions pure l’anno prossimo e ti impegni pure l’anima per creare una squadra attrezzata per due competizioni. Per quanto riguarda DeLa credo che ci sia trovato, nella mischia della Champions, quando ha visto che i nostri ce la mettevano tutta e che con la grinta di Mazzarri forse si poteva fare. E ce l’abbiamo fatta. Certo, non passa giorno che non mi chieda come diavolo sia possibile procedere su due binari così differenti in Champions ed in campionato. E allora forse Morgan si riferiva a questo? Voleva dire che qualcuno punta alla Champions snobbando la classifica mentre altri vorrebbero solo fare il loro dovere ma non trovano l’apporto di tutta la squadra? Di fatto non si può parlare solo di culo, secondo me, quello che non abbiamo più e che l’anno scorso ci ha aiutati ad arrivare terzi, quello che quest’anno favorisce gli avversari in tutti i rimpalli che la dea Eupalla fornisce in campo. Il calcio non è questione di culo. Le partite si vincono se sai giocare bene a pallone, al di là degli errori arbitrali. Epperò io la squadra compatta e ruggente dell’anno scorso non la vedo più, almeno non in campionato. E certo, mi chiedo come mai l’orgoglio dei singoli faccia arrivare a risultati stratosferici in Champions. Ma mi chiedo soprattutto cosa stia succedendo al nostro spogliatoio. E perché nessun giornalista, ieri, abbia chiesto a Morgan di spiegarsi meglio. Ecco, questo per me resta il mistero del lunedì. E Forza Napoli. Sempre. Ilaria Puglia

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