Il nodo del Napoli si chiama Inler. Pensavamo che fosse un architetto e invece si sta rivelando un geometra

La delusione è forte. Me la prendo con la malasorte. Che continua a farci sbagliare goal fatti. Ed a prendere goal su rimpalli. Ma poi cerco di smettere i panni del tifoso e ragionare. Anche se non è facile, perché la passione è la passione. E poi quando ti metti a ragionare sul calcio non […]

La delusione è forte. Me la prendo con la malasorte. Che continua a farci sbagliare goal fatti. Ed a prendere goal su rimpalli. Ma poi cerco di smettere i panni del tifoso e ragionare. Anche se non è facile, perché la passione è la passione. E poi quando ti metti a ragionare sul calcio non devi mai dimenticare che la materia è molto opinabile. Comunque ci proviamo. L’anno passato siamo arrivati al terzo posto. Guadagnando l’accesso in Champions. Ed abbiamo gridato al miracolo. Perché quest’anno avremmo dovuto fare di più? Magari ripetendo il terzo posto in campionato ed andando avanti in coppa. In coppa la squadra è andata molto bene. In campionato ha arrancato. E nelle ultime domeniche affanna. Attualmente è sesta in condominio con altre tre squadre. A dieci punti dal terzo posto.

Chi scrive era convinto che questo fosse un campionato senza leader e quindi alla portata del Napoli. Se ci pensiamo bene la squadra base quest’anno è la stessa della scorsa stagione. Con un solo cambiamento. Inler al posto di Pazienza. E qui casca l’asino. E’ proprio lo svizzero la grande delusione di questo campionato. Da lui ci si attendevano geometrie, qualità e qualche goal da fuori. Nulla di tutto ciò si è verificato. Inler sembra, per dirla con Enrico Fedele, un buon geometra e non l’architetto che aspettavamo. Non apre il gioco. Perde molti contrasti. Insomma la brutta copia del giocatore che Mazzarri aveva sognato.

Alla mediocrità di Inler paga un prezzo anche Gargano che sembrava addirittura dare più senso alla sua frenesia accanto a Pazienza. Che pure certamente non era Pirlo. E quindi l’intero centrocampo. Mazzarri sta provando a rimediare abbassando Hamsik. Ma tenere lo slovacco lontano dalla porta avversaria può essere un peccato. Insomma la coperta è corta.

E lo scarso rendimento di Inler mi appare come il dato più preoccupante. Ed anche francamente il più imprevedibile. E il più difficilmente rimediabile.

La serataccia della difesa contro la Roma? Questo mi preoccupa di meno. Può capitare una serata storta. Ma se va in panne il centrocampo saranno dolori.
Guido Trombetti

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