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Abboffatevi alla faccia di chi ci vuole male e celebriamo la vita

Ieri pomeriggio c’è stata l’ultima presentazione (della stagione) di Oj vita mia, al PAN, a Napoli. Ormai lo sapete tutti, perché, come dice Gallo, ho pubblicizzato il libro manco fosse uno dei cinepanettoni di De Laurentiis. Quello che non sapete è che, non me ne vogliano quanti hanno partecipato alle altre meravigliose presentazioni, questa forse è stata la più bella. Non mi dilungherò sulle cose straordinarie e bellissime che hanno detto di me Mimmo Liguoro e Mimmo Carratelli. Ne conserverò la registrazione audio e video e sbobinerò entrambi gli interventi per poi tenerli nel portafogli e rileggerli ogni volta che attraverserò un momento di bassissimo storico dei miei. Mi è bastato guardare gli occhi di chi era presente in sala e che so volermi bene per rendermi conto della grandezza del pomeriggio di ieri. Qualcosa da incorniciare a futura memoria, da far guardare ed ascoltare ai miei figli quando sarò vecchia. Perché stare seduta lì è stata una cosa meravigliosa. Un’emozione unica. Avete presente quel film bellissimo, La vita è meravigliosa, di Frank Capra? Bé, non c’è Natale che non lo trasmettano in tv e non c’è Natale che io non mi commuova nel guardarlo. Credo sia il film natalizio più bello in assoluto, di quelli che lasciano il segno. Perché celebra la vita, la speranza, la magia degli angeli, tutte le cose che rendono possibile l’impossibile, basta che ci credi. Credo di avere molte ossessioni, nella mia vita, a parte il Napoli, la più forte è quella di lasciare un segno nelle persone. Una malattia mentale, quasi. E non perché voglia qualcosa in cambio, ma perché penso che se non riesci a toccare le persone con cui ti relazioni neppure per un momento, non contano i soldi né le opere né tutte le cose materiali che riuscirai ad accumulare o guadagnare nella tua vita, perché non avrai una vita da ricordare così. La mia vita è cambiata grazie al Napolista, e questo ormai lo sanno in tantissimi. E ieri avere lì tutte quelle persone solo per me e sentirne l’affetto (straordinario. Santiddio, me lo merito davvero un affetto smisurato così?), il calore e la partecipazione è stato un meraviglioso regalo di Natale. Per dopo la presentazione avevamo organizzato una cena, dovevamo essere venti, poi ci sono state alcune defezioni importanti, la più dolorosa delle quali è stata quella del Vate Fabbrini, e numerose aggiunte di amici carissimi che fanno parte del mio gruppo di tifosi doc su Facebook. Abbiamo occupato un’intera saletta di una piccola osteria e per circa tre ore si è creato un clima meraviglioso, qualcosa di magico ed unico al mondo. Non c’erano differenze di età né di professione, eravamo tutti lì perché volevamo esserci, senza forma, maniera o circostanza. È stato un modo splendido di trascorrere l’antivigilia di Natale, una festa che mi ha sempre messo addosso molta malinconia, nonostante l’atmosfera natalizia sia qualcosa di così bello e travolgente che non puoi non sentirtela addosso almeno per i due giorni che anticipano poi il giorno di Natale vero e proprio. Eppure ieri non sembrava neppure Natale, era solo la nostra serata, un posto in cui stare. Perciò io voglio ringraziare tutti per avermi fatta arrivare al Natale in modo così lieve e per avermi regalato un’emozione grande da provare a trasferire in parole. Quello che i due Mimmo hanno detto di me non lo dimenticherò mai, ma neppure le vostre risate, le facce allegre, i sorrisi, il vedervi tutti così uniti come se vi conosceste da sempre. Se eravate lì era per me, Mimmo, ed il Napolista. E questa è vita. Un’ultima cosa. A questo Napoli io devo moltissimo. L’esperienza napolista, prima di tutto, le emozioni uniche che mi ha fatto vivere e che mi hanno segnata per sempre, ma soprattutto la straordinaria quantità di persone bellissime che ho incontrato lungo il cammino in questi quasi due anni. Stamattina al mio risveglio, sulla scrivania accanto al computer ho trovato una busta blu. Ieri non l’avevo vista perché al ritorno a casa non mi sono neppure avvicinata al pc. Ma stamattina, quando con il caffè fumante mi sono seduta al mio snack, lei era lì. Dentro ci ho trovato una maglietta del Napoli con l’autografo dei tre tenori. Non posso rivelare chi me l’abbia regalata, perché ho promesso di non farlo, ma devo dire che è stata una sorpresa unica al mondo, anche per la sua provenienza. E’ stato come ricevere un pezzo di questo Napoli a cui devo tanto proprio il giorno della Vigilia. E’ stata una magia, una straordinaria e fantastica magia. Perciò grazie. Ma di cuore, eh, di pancia, un grazie dalle viscere di una donna che nella vita, per respirare, ha solo bisogno e voglia di scrivere. Buon Natale a tutti. Buon tutto. Abboffatevi alla faccia di chi ci vuole male. E state tremendamente bene. Vostra, Puglia.

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