In questa lunga pausa campionato, parliamo di calcio con parsimonia e allora ho pensato che questo sarebbe stato il momento di scrivere un pezzo che avrei dovuto scrivere tanto tempo fa. Questo è un doveroso omaggio ad una persona che ha cambiato la mia vita e il mio modo di pensare, sentire: mio nonno. Cosa c’entra con il Napoli lo capirete continuando a leggere se avrete la bontà di farlo. Se oggi fosse vivo avrebbe avuto 101 anni ed invece il Signore lo ha chiamato a se il giorno del mio compleanno, il 29 novembre, di un anno magico, il 1987.
Mio nonno si chiamava come me Francesco ed era nato a Vico Equense. Si era trasferito a Roma da ragazzino ed aveva aperto un negozio di generi alimentari, mozzarella soprattutto, in centro, all’epoca una rarità nella capitale. Ha conosciuto i grandi attori, da Totò ad Eduardo, i politici campani da Leone in avanti. La sua vita è stata un costante omaggio alla sua terra feconda di primizie. Lui era un galantuomo, uscito da qualche commedia di Eduardo, generoso e onesto come nessuno che io abbia conosciuto. Io ero molto piccola allora, 10 anni, e non capivo molto questo nonno che diceva “roje” al posto del due, che diceva “schizzinea” al posto di leggera pioggia. La sua terra mi pareva lontana e distante da me, non avevo curiosità di sapere e di conoscere nulla delle sue origini. Mio nonno tifava Napoli, con orgoglio: guardava 90esimo minuto in silenzio e con ammirazione come fosse una trasmissione storica.Io lo vedevo e non capivo nemmeno le regole del calcio, lui mi spiegava ma io ero una bimbetta che disegnava il lupetto della roma…
Quando è morto il Napoli era già campione d’italia e lui ne era felice.
Sono andata la prima volta a Vico solo dopo la sua morte: qualcosa dentro di lui quando è morto si è trasferito in me, ne sono sicura. Mi ha chiamato ad andare, conoscere la sua terra e me ne sono innamorata. Dai colori, alle luci, ai suoni, all’accento, tutto mi ha acceso il cuore. Vico è stata la sorpresa di una vita, quel posto che ti fa bene all’anima. Napoli e il Napoli sono venuti dopo, come naturale conseguenza di un processo di maturazione di un sentimento. Quando qualcuno ci chiede “perchè ti sei innamorato di quella persona? “, non sappiamo cosa rispondere, perchè i sentimenti non hanno una via sola e un codice preciso: così è stato per me Napoli e il Napoli. Amo napoli con affetto incondizionato e a volte tanto cieco da non vederne problemi e difetti, con il sentimento sincero e puro di un’amante, e mi si stringe il cuore ogni volta che me ne vado come se qualcosa di me li rimanesse…
E poi è arrivato il Napoli! Vincente, stravagante, emozionante, divertente. Un Napoli che all’epoca era Diego e lui era napoli, un tutt’uno di genio e sregolatezza. Quel colore azzurro che mi ricordava i viaggi in campania, il suo cielo e il suo mare, terra vincente finalmente come era nei miei pensieri.
Nel 1989 andai a scuola avvolta da una grande bandiera azzurra, orgogliosamente tifosa del napoli e di napoli, esattamente come lo sono adesso. Il Napoli e Napoli sono stati l’ultimo regalo di compleanno di mio nonno, il più bello, grazie nonno.
Francesca Lutri
Così, da piccola romanista, sono diventata tifosa del Napoli. Grazie a mio nonno
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