È stata soprattutto la vittoria di Mazzarri

Che spettacolo al San Paolo. Uno di quelli che non si dimenticano più. Per descrivere quello che ho provato assistendo alla partita sono costretto a mischiare il sacro con il profano. E ricorrere a due celeberrimi versi di Leopardi Vaghe stelle dell’Orsa, io non credea
tornare ancor per uso a contemplarvi (Belle stelle dell’Orsa non avrei […]

Che spettacolo al San Paolo. Uno di quelli che non si dimenticano più. Per descrivere quello che ho provato assistendo alla partita sono costretto a mischiare il sacro con il profano. E ricorrere a due celeberrimi versi di Leopardi
Vaghe stelle dell’Orsa, io non credea
tornare ancor per uso a contemplarvi
(Belle stelle dell’Orsa non avrei mai creduto di tornare ancora a contemplarvi dopo tanto tempo come ero abituato a fare).

Proprio questa è la sensazione principale che mi ha dato l’incontro Napoli-Manchester. Le stelle azzurre sono tornate a brillare. Tutte e tre dopo un po’ di tempo. E quando brillano le stelle ( o cantano i tenori come si usa dire) il Napoli diventa irresistibile. Anche contro una delle più forti squadre del mondo.

Lavezzi imprendibile. Ubriacante. Cavani inesorabile. Micidiale.

E poi un Hamsik, nel secondo tempo, finalmente immenso. Capace di dare qualità in mezzo al campo. Di contrastare. Di inserirsi in fase di attacco con la scelta di tempo che è la sua caratteristica principale. Quella che, quando è in vena, ne fa un fuoriclasse.

Ma fare una graduatoria dei singoli è impossibile. E sarebbe anche ingiusto. Tutti hanno giocato al meglio. Stelle ed operai. Che dire della prestazione di Inler fino a quando è stato in campo? E come commentare la prova di Maggio e Dossena dominatori delle rispettive fasce ? O quella di un Cannavaro insuperabile?

Il Napoli è andato in campo con la determinazione giusta.

Ma innanzitutto con la testa giusta. Questo è il punto centrale. E questo è certamente merito di Mazzarri. Che aveva studiato alla perfezione la partita. Senza tralasciare alcun dettaglio. Pensate solo a come ha organizzato i meccanismi del pressing che partiva sistematicamente dagli attaccanti. Riducendo la capacità di impostazione degli uomini di Mancini. Il tecnico azzurro ha battuto nettamente Mancini sul piano dell’organizzazione di gioco.

La squadra insomma ha offerto un capolavoro di saggezza tattica. Cosciente di essere inferiore sul piano tecnico ha saputo aspettare. Ha lasciato fare la partita ad un Manchester presuntuoso. E lo ha colpito con la sua arma migliore. Quello che quando io ero giovane si chiamava il contropiede. E che oggi si chiama “ripartenze”. Infilandosi nella difesa del Manchester come un coltello nel burro.

E, udite udite, se il punteggio fosse stato più netto a favore del Napoli nessuno avrebbe avuto nulla da osservare.

E contro il Manchester City. Scusate se è poco.

Guido Trombetti (tratto dal Corriere del Mezzogiorno)

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