È l’amara conseguenza della scelta Champions

Difficile contenere la rabbia. Il Napoli getta alle ortiche due volte una partita vinta. Una partita che doveva assolutamente vincere. Con buona pace ancora una volta dell’effetto San Paolo. Si va bene, è stata una partita emozionante. Piena di colpi di scena. Spettacolare. Ma che conta? Avrei preferito tre punti guadagnati al termine di una […]

Difficile contenere la rabbia. Il Napoli getta alle ortiche due volte una partita vinta. Una partita che doveva assolutamente vincere. Con buona pace ancora una volta dell’effetto San Paolo.

Si va bene, è stata una partita emozionante. Piena di colpi di scena. Spettacolare. Ma che conta? Avrei preferito tre punti guadagnati al termine di una partita noiosa. Impossibile darsi pace. Ma come si fa a farsi rimontare dopo essere stati in vantaggio di due goal per due volte? Eravamo 3-1 ad un quarto d’ora dalla fine!

Gli azzurri hanno largamente dominato il primo tempo. Nella ripresa è venuta fuori la Juventus. Che ha dimostrato di essere una squadra di gran carattere. La difesa azzurra ha subito per quarantacinque minuti una Juve scatenata,con un Vucinic imprendibile. Che ha surclassato Aronica. Troppo tardi sostituito da Mazzarri. Con Maggio che sbaglia le diagonali. Con Campagnaro impacciato. Ma la difesa azzurra ha anche pagato la scarsa copertura di un centrocampo in affanno. Anche per la prestazione francamente imbarazzante di Inler. Lentissimo. Impreciso nell’impostazione. Inconsistente nei recuperi. Il tecnico per parte sua ha dato l’impressione di non sapere che cosa fare di fronte alla Juve vista nel secondo tempo. Di non averci capito granché. Ma forse c’era poco da fare. Il tutto nel giorno Nel giorno della rinascita di Pandev autore di una doppietta.

Mi sembra giusto a questo punto della stagione, visti i risultati conseguiti fino ad ora, fare un primo bilancio del campionato del Napoli. Provvisorio si intende. Ma un po’ amaro. Il Napoli è fuori dal circuito dei protagonisti di punta della serie A. A meno di prodigiose rimonte. Di ciò mi rammarico molto perché a mio avviso il torneo quest’anno lasciava spazio ad avventure interessanti. Ma tant’è. La scelta aziendale, dichiarata invero con onestà intellettuale, di puntare innanzitutto sulla Champions ha prodotto i suoi inevitabili effetti. Il Napoli non ha le energie fisiche e nervose per reggere su due fronti. Ciò è anche l’effetto di una campagna acquisti in parte sbagliata ( Fideleff, Chavez …) ed in parte sfortunata ( Britos …).

Il Napoli con questo risultato perde molto probabilmente l’ultimo vagone del treno-campionato. Non tanto in termini di possibilità di vincerlo. Ma almeno di restare in lizza per una delle prime tre piazze. Siamo in effetti di fronte a un paradosso. Sentite il mio ragionamento. Mazzarri, e non solo lui, afferma che la partecipazione alla coppa dei campioni costa otto o nove punti in campionato.

Quindi ne discende che se vuoi dare il massimo in campionato devi trascurare la coppa. E viceversa.

Il Presidente dice “ la cosa più importante è la coppa.” Ne consegue (cfr. affermazione di Mazzarri) che il rendimento in campionato ne risente. Ma se in campionato la squadra va male l’anno venturo non farà la coppa. Ed ecco il paradosso. Se tieni alla coppa devi trascurare la coppa.

E adesso? Adesso a mio avviso il problema ce lo ha il tecnico. Che deve trovare per la squadra le motivazioni per non mollare in campionato.

Guido Trombetti Il Corriere del Mezzogiorno, 30 aprile 2011

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