A venti minuti dalla fine c’era il botto sognato. Il Napoli avanti di due gol sulla Juve (3-1). Il secondo gol di Pandev spezzava il dominio dei bianconeri in grande ripresa nel secondo tempo per il partitone di Vucinic e il gran movimento di Pepe tra le linee. Una vittoria, guadagnata meravigliosamente nel primo tempo, sofferta nel finale di partita. Ma la Juve aveva preso il sopravvento dopo l’intervallo e il Napoli, stanco, soffriva terribilmente. La rimonta della Juve arrivava inesorabile (3-3). Sfumava il sogno di una notte magica.
Colpo basso. Non c’è Cavani. Sabato, a Bergamo, Cigarini ha lasciato un taglio profondo sulla tibia destra del Matador. Lavezzi prima punta. Torna Inler e c’è Zuniga a sinistra, vivacissimo e generoso. Alla Juve manca Marchisio, squalificato. Conte schiera una squadra assolutamente originale. Difesa a tre portando Lichtsteiner all’attacco che spinge sulla fascia destra: Zuniga difende e attacca. Pirlo arretrato, Vidal più avanti. A sinistra insistono Pepe ed Estigarribia che impongono un gran lavoro di contenimento a Maggio e Campagnaro. Vucinic sulla destra, Matri centrale. E’ un 3-5-2. Ma la Juve esiste per dieci minuti con le conclusioni fuori di Pepe ( 3’) e Vucinic (6’). Poi esplode il Napoli dopo un episodio sfortunato: il doppio rigore di Hamsik (Lavezzi atterrato in area da Pirlo). Dentro il primo penalty, ma ci sono tre azzurri in area e l’arbitro fa ripetere. Hamsik batte alto il secondo rigore (14’). Potrebbe essere la “mazzata” che confonde il Napoli. E, invece, dall’occasionissima sprecata vengono fuori gli azzurri. La Juve contrasta, ma sparisce dal campo. E’ imprecisa e nervosa. Il Napoli diventa aggressivo e coraggioso. Arriva prima sulla palla, corre, apre sulle fasce. Pirlo troppo arretrato (Hamsik in prima battuta, poi il pressing di Gargano) è un giocatore anonimo. Vidal è fuori posizione. La Juve perde la superiorità a centrocampo dove aveva cominciato con una linea a cinque, da destra Lichtsteiner, Vidal, Pirlo, Pepe, Estigarribia.
Il Napoli ha animo. Lavezzi è scatenato. La sorpresa è Pandev, bene in partita e autore di una memorabile doppietta. Il Napoli mette soggezione alla Juve. Pandev a destra, Hamsik quasi centravanti, Lavezzi a sinistra.
Da una punizione di Lavezzi nasce il vantaggio. Nel mucchio, Bonucci pressato da Maggio serve Hamsik che si china appena per colpire di testa davanti a Buffon fermo sulla linea di porta (22’). Il Napoli vola, la Juve sembra smarrita. Falli e proteste in continuazione. Sembra sotto scacco. Pandev batte fuori un buon pallone servitogli da Lavezzi (27’), poi scivola in area sull’assist di Hamsik (35’). Il raddoppio arriva inevitabile a suggellare la superiorità del Napoli. La difesa juventina perde la palla che rimbalza su Maggio e arriva a Pandev. Da sinistra, il macedone infila Buffon con un perfetto diagonale (40’). Si annuncia una serata fantastica con lo stadio da tutto esaurito.
Ma è un’altra Juve quella che scende in campo nella ripresa. Ora prende l’iniziativa, è aggressiva, si porta avanti. Vucinic è il protagonista assoluto. Aronica fa fatica a tenerlo. Vidal manda in gol Matri (48’). Il Napoli non è più aggressivo, arretra, subisce. Vucinic è il perno del gioco juventino e Pepe fa un gran lavoro dietro Matri. Vucinic impegna De Sanctis (54’), porta la Juve all’attacco. Il Napoli non ha più corsa. Sta per morire quand’ecco la doppietta di Pandev sul cross di Maggio (68’). Giocata sublime dell’ex interista: controllo di palla col piede sinistro, col ginocchio sinistro e battuta a rete di sinistro aggirando Bonucci. E’ il 3-1 che fa sognare, che spezza il dominio bianconero. Incredibile: prima del gol, Pandev aveva chiesto il cambio che avviene dopo il gol (71’ Santana).
Ma la Juve non si arrende. Vucinic è imprendibile. Sale anche il rendimento di Pirlo. Lichtsteiner a destra e Estigarribia a sinistra lavorano ai fianchi la difesa azzurra. Pepe è dappertutto. Sono flebili i contrastati di Hamsik, che arretra, e Inler. Gargano si danna come al solito sui portatori di palla bianconeri. Viene avanti Chiellini. La Juve ha più energie. Il Napoli arriva in ritardo su ogni pallone. Commette errori. Vucinic pianta Aronica e lancia Estigarribia che batte De Sanctis in uscita (72’). Ora la Juve dà proprio di più con le distanze accorciatissime. Inevitabile la sostituzione di Aronica con Fernandez (75’). E c’è sempre Vucinic al proscenio. Impegna due volte De Sanctis (54’ e 73’). Serve una palla-gol che Chiellini si fa parare da De Sanctis (78’). Resistere, resistere. Ma, nonostante i guizzi di Lavezzi, il Napoli non riesce più a ripartire pericolosamente. Ed ecco Pepe che va via sulla sinistra su una palla persa da Gargano. Corre per quaranta metri, sbilancia due difensori azzurri che tentano di chiuderlo, ha un rimbalzo favorevole al limite dell’area (Fernandez) e coglie il pareggio (79’).
Il Napoli non ha più la forza per un miracolo. Pepe stremato lascia il posto a Pazienza (85’), Dossena sostituisce Zuniga (86’). C’è Quagliarella per Matri (89’) e Del Piero per Vucinic (91’). Quattro minuti di recupero lasciano inalterato il 3-3.
MIMMO CARRATELLI