Cassano mi colpì in tv: non parlò dei due gol in Nazionale, ma della voglia di ritirarsi

Da due giorni leggo di calcio o ascolto trasmissioni sul calcio avvolto da un velo di malinconia. Non posso fare a meno di pensare ad Antonio Cassano. La coltre di silenzio che giustamente protegge la sua privacy non può non creare allarme sul suo futuro. Tornerà a giocare al calcio questo ragazzo del profondo sud? […]

Da due giorni leggo di calcio o ascolto trasmissioni sul calcio avvolto da un velo di malinconia. Non posso fare a meno di pensare ad Antonio Cassano. La coltre di silenzio che giustamente protegge la sua privacy non può non creare allarme sul suo futuro. Tornerà a giocare al calcio questo ragazzo del profondo sud? Nato povero e che ha trovato nel calcio la sua fortuna e il suo riscatto.

Particolare la sua storia sportiva. Dotato di un talento straordinario. Uno di quei calciatori capaci in ogni istante di risolvere un incontro con un colpo di genio. Uno di quegli artisti del pallone che nascono ogni trent’anni. Brutto carattere. Arrogante, irriverente come pochi. Assolutamente refrattario a regole e convenzioni. Non per matura scelta ideologica ma per evidente difetto di cultura. È senza dubbio l’ultimo autentico fuoriclasse nato in terra italica negli ultimi decenni. Dicono che sia stato fino ad ora un dissipatore del talento che madre natura gli ha regalato. Litigi con arbitri e presidenti, sparate isteriche, scarsa propensione agli allenamenti ne hanno ridotto il potenziale. Facendogli fallire tutti i grandi appuntamenti. Anche quello con il Real Madrid, occasione storica della sua carriera. A Madrid dove lavorava poco e male in allenamento lo soprannominarono el Gordito cioè il Grassottello.

Preferiva la pastasciutta al footing. Ma lui è fatto così. Incapace di darsi un ordine, una disciplina. Si diverte da morire con la palla tra i piedi. Ma il Real Madrid o l’oratorio non fa differenza. L’atteggiamento è sempre lo stesso.

Mi aveva colpito alcune settimane fa una sua intervista televisiva, dopo una doppietta segnata in nazionale. Scherzoso ed ironico come sempre, non parlò delle sue due prodezze. Dei due lampi accesi in campo. Ma soltanto del fatto che tra due o tre anni avrebbe smesso di giocare. Non ce la faccio più ad essere sempre sotto il fuoco della critica. Ora sono litigioso. Ora sono arrogante. Ora sono grasso. … Tutti contro di me. Non ce la faccio proprio più. Non vedo l’ora di vivere una vita normale con la mia famiglia. Così per scrivere e fare scoop vi dovrete trovare un altro personaggio.

Dietro il tono scanzonato di quelle parole, in una serata di gloria, una grande tristezza.

Ora el Gordito è in un lettino di ospedale. Chi ama il calcio sublime. Quello fatto di veroniche e dribling ubriacanti. Il calcio degli artisti e non dei podisti non può non essere in ansia. Eppure sono convinto che lo scugnizzo pugliese ne ha combinata una delle sue. Nel momento migliore della sua carriera. Ha fatto soltanto uno scherzo ad appassionati e giornalisti. E al più presto lo rivedremo in campo. Con la maglia del Milan e quella della nazionale.

Alternare giocate magiche a frasi impertinenti pronunciate con la mano a protezione della bocca.

Forza Antonio ti aspettiamo.

Guido Trombetti

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