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“Questi so pazzi, il Napoli ha vinto 3-0 e parlano solo dell’arbitro”

E’ successo. Siamo andati a cantare ‘o surdato ‘nnammurato a San Siro. Non era accaduto nemmeno durante la Sua era. Sua di Lui, s’intende. E noi, a distanza di 24 ore dall’evento, ci sentiamo come dovettero sentirsi i parigini la sera del 14 luglio del 1789 o lo stato maggiore bolscevico all’alba del 9 novembre del ’17. O i capi del Cln la sera del 25 aprile del ’45. E’ successo, e niente potrà più cancellarlo.E’ successo: intorno alla mezz’ora del secondo tempo ho lasciato il divano come in trance. Sono entrato in cucina, dove la Santa Donna, ormai rassegnata alla sua settimanale ora e mezza di vedovanza bianca, stava spinando una spigola. Le ho chiesto di spiegarmi, di grazia, cosa stava succedendo. Il suo è stato uno sguardo che combinava insieme compassione e preoccupazione. Bisogna capirla: continua a tenersi a distanza dal pallone, però una sottile angoscia deve averle stretto, sia pure per pochi attimi, gl’intestini. “Eccolo, il momento è arrivato: è definitivamente uscito di senno”, sono sicuro che ha pensato. Ha abbandonato per un attimo la spigola e si è affacciata. “State vincendo 3 a 0”, ha annunciato asciutta, ed è tornata alle sue occupazioni.
E lì ho capito che era successo. Poi, mentre io facevo il solito giro di telefonate e sms post vittoria, la Santa Donna si è piazzata sul divano, al posto mio. Ha voluto guardarsi gli higlights (non lo fa mai), e si è imbattuta nel più squallido, fazioso e sguaiato dopopartita della storia recente del campionato italiano. Ho notato che alzava il volume e seguiva attenta. Poi, senza sprecare troppe parole more solito, ha sentenziato: “Ma questi so’ pazzi. Il Napoli ha vinto 3 a 0 e loro parlano solo dell’arbitro”.

E lì ho compreso definitivamente che era successo. Il fatto che stavamo assistendo sbigottiti, io e la Santa Donna, alla più gigantesca opera di mistificazione mediatica degli ultimi anni me lo confermava ulteriormente. Impietosamente. Ma il guaio, per loro, è proprio questo: il guaio è che è successo. La vittoria a San Siro, il fatto che siamo andati a cantarci ‘o surdato ‘nnammurato, è un fatto storicamente determinato. Come la Presa della Bastiglia. O l’assalto al Palazzo d’Inverno. O la cacciata dei nazifascisti. Non possono farci niente. Non possono essergli di alcun conforto i lamenti del reprobo Mazzola, uno che quarant’anni fa esatti piombò furente nello stanzino di Gonella per redarguirlo, e noi perdemmo la sfida scudetto per un rigore inventato, e che adesso sbraita dagli schermi Rai di “partita pesantemente condizionata dagli errori di Rocchi”. E nemmeno la patente dimostrazione di “sudditanza psicologica” (Brera, quindi un padano, dixit) fornita da buona parte della pseudo informazione sportiva italiana, che da 24 ore cerca affannosamente di spiegarci che sabato sera sul prato di San Siro si è consumato un delitto di lesa maestà. No, è successo. Rassegnatevi. Siamo venuti a cantare ‘o surdato ‘nnammurato.
Massimiliano Amato

P.S. La spigola era buonissima. Profumava di mare. La Santa Donna era in serata di grazia.

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