Trezeguet venga pure ma non ci prenda in giro

Leggendo sui giornali le interviste di alcuni calciatori francamente mi offendo. Già. Perché ho l’impressione di essere trattato come un autentico deficiente. Sentite questa raccolta da Monica Scozzafava. Trezeguet a domanda risponde: “Non sono mai venuto a Napoli se non nelle trasferte con la Juve.  Ma è quasi come se la conoscessi.  I racconti di […]

Leggendo sui giornali le interviste di alcuni calciatori francamente mi offendo. Già. Perché ho l’impressione di essere trattato come un autentico deficiente.
Sentite questa raccolta da Monica Scozzafava. Trezeguet a domanda risponde: “Non sono mai venuto a Napoli se non nelle trasferte con la Juve.  Ma è quasi come se la conoscessi.  I racconti di due miei ex compagni, Fabio Cannavaro e Ciro Ferrara, erano precisi.  Loro sono innamorati di Napoli.  A me piacerebbe far parte del progetto vincente creato da Aurelio De Laurentiis.  E poi Maradona resta il mio idolo.  Giocare nello stadio che lui ha reso grande sarebbe un motivo di orgoglio.”
Capite, in un colpo solo ha tirato fuori tutti i più melensi argomenti possibili e immaginabili. Ci mancano solo il Vesuvio, la pizza e il mandolino.
Così ho pensato di scrivergli una letterina.
“Caro signor Trezeguet, sia serio. A 33 anni lei cerca l’ultimo contratto della sua carriera. Il migliore possibile. Legittimo, per carità. Forse anche meritato se la forma fisica l’assiste. Ma che “c’azzeccano” l’amore per Napoli dove non è mai venuto, Maradona, il San Paolo ? Che bisogno c’è di ricorrere alla più spudorata captatio benevolentiae? Mi dispiace molto che in tanti anni di permanenza in Italia non abbia mai trovato il tempo di fare una scappata dalle nostre parti. Magari anche solo una mezza giornata. Per fare un giro nei decumani. Dare un’occhiata a Santa Chiara. A San Lorenzo…
Sia serio caro signor Trezeguet. Può darsi che lei vestirà la maglia azzurra. Che la sua esperienza in Champions sarà preziosa. Questo lo decideranno un qualche tecnico e la società. Se il Napoli deciderà di farle un contratto saremo ben lieti di applaudirla se in campo farà la sua parte.  E cioè quella del giocatore forte. E tesseremo le lodi di quel tecnico e della società che la avranno ingaggiata. In caso contrario la fischieremo. E criticheremo chi l’ha assunta.
Ma tutto ciò a prescindere dal suo amore per Napoli. Indotto  dai racconti che le hanno fatto Cannavaro e Ferrara. O dal ricordo di Maradona. Dal progetto di De Laurentiis. O dall’urlo del San Paolo.
Sia serio, signor Trezeguet. Perché noi siamo gente seria. Lo chieda ai suoi referenti partenopei in maglia bianconera. Noi siamo gente seria. A cui  non va di esser presa in giro. Con i sentimenti non si scherza.”
Guido Trombetti

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