Dagli scudetti alla CL non riusciamo mai a godere
Posso dirlo? Sono incazzato nero. Ce l’ho a morte con Mazzarri , De Laurentiis, i giornalisti e con tutto l’ambiente. Salvo i giocatori solo perché, finora, non ci sono state dichiarazioni sulla diatriba in corso. Sono incazzato nero perché so che comunque vada a finire nulla sarà più come prima. Per carità, ognuno ha le […]
Posso dirlo? Sono incazzato nero.
Ce l’ho a morte con Mazzarri , De Laurentiis, i giornalisti e con tutto l’ambiente.
Salvo i giocatori solo perché, finora, non ci sono state dichiarazioni sulla diatriba in corso.
Sono incazzato nero perché so che comunque vada a finire nulla sarà più come prima.
Per carità, ognuno ha le sue ragioni, soprattutto i giornalisti che fanno il loro mestiere, ed il mio non vuole essere un giudizio di merito o un schierarsi da una parte o dall’altra.
Ma poi mi chiedo, schierarsi su cosa? Se ad oggi non si conoscono né le motivazioni di Mazzarri né le argomentazioni del Presidente.
So solo che sono incazzato nero perché, sarà un problema mio, non riesco a godere e a gioire per un risultato che dovrebbe farci stare in strada a far caroselli se tra poco più di sei mesi assisteremo a partite che inizieranno con la mitica musichetta.
Potremmo giocare contro Barcellona, Real Madrid, Manchester o Chelsea,l’aristocrazia del calcio mondiale ed europeo, altro che Elfsborg o Steaua e non vorrei rispolverare anch’io la “retorica” di Gela o della mancanza di palloni nel ritiro di Paestum.
Intendiamoci, per me il prossimo anno staremo dove meritiamo di essere e dove ci compete stare.
Ma questo risultato non era affatto scontato e oggi che dovremmo essere ubriachi di gioia assistiamo intorno a squadra,allenatore e società ad una giostra mediatica che sta rovinando o- nel migliore dei casi- offuscando la nostra felicità. Non so, guardando alla nostra storia calcistica, se questo è un marchio di fabbrica o un tratto antropologico del nostro essere. Ma tutti i nostri traguardi sono stati segnati da qualche episodio, piccolo o grande , che ha dato adito a polemiche che in qualche caso hanno anche compromesso il raggiungimento dell’obbiettivo stesso .Per carità, non tutti gli episodi sono stati degni di nota o tali da offuscare la felicità dei tifosi. Ma fu cosi nell’anno del primo scudetto quando, nell’ultima gara di campionato ad Ascoli, Bianchi lasciò la panchina qualche minuto prima della fine in polemica con la squadra e nello spogliatoio partì il coro “ te ne vai o no” da parte dei giocatori. Episodio che fu il preludio a ciò che avvenne l’anno successivo quando perdemmo uno scudetto già vinto a vantaggio del Milan e ci fu la nota rivolta e il famoso comunicato – passato alla storia essendo il primo nel suo genere – dei giocatori contro l’allenatore. Anche il secondo scudetto fu “turbato” dalle polemiche,esterne a noi, sulla monetina di Alemao a Bergamo ma, soprattutto, dalle feroci lamentele Milaniste nella fatal Verona che ci consentirono il sorpasso alla penultima giornata. Per non ricordare, nell’annata 96/97, le polemiche che portarono all’esonero di Simoni perché in trattativa con l’Inter di Moratti, alla vigilia di una finale di Coppa Italia che meritavamo di vincere e che perdemmo con il Vicenza con Montefusco in panchina. O, per andare ancora più indietro, l’anno successivo allo splendido secondo posto alle spalle della Juve, nel campionato 75/76, il Napoli perde il primato in classifica dopo il gol nella nebbia di Giacinto Facchetti (2 a 1 per l’Inter). Qualcosa si spezza nel rapporto fra ‘o lione e lo spogliatoio. Fu lo stesso allenatore a parlarne alla stampa. La situazione si sfilacciò al punto che Vinicio si dimise prima della finale di Coppa Italia contro il Verona, vinta comunque dal Napoli per 4 a 0 con in panchina la coppia Rivellino Delfrati.
Ora ho deciso che per combattere questa “maledizione”, per superare la mia incazzatura e gioire per uno storico piazzamento nell’Europa che conta ho chiesto a mia figlia Federica di caricarmi nel mio iPod solo la mitica musichetta della Champions da ascoltare fino a settembre. D’altra parte, alla nostra situazione si adatta benissimo una frase detta non so da chi, ma che la sapeva sicuramente lunga: ci sono momenti in cui tutto va bene, ma non ti spaventare, non dura. Come a dire che ogni gioia ha i suoi dolori e invece la felicità andrebbe vissuta fino in fondo, senza ombre!
PEPPE NAPOLITANO