L’iniziativa del Napolista anche su Repubblica

La spazzatura è di destra o di sinistra? Anche Giorgio Gaber sarebbe in difficoltà.  Fiorello se l’è cavata, nel suo show, citando la teoria del premier: se c’è (la spazzatura) è colpa di Iervolino, se non c’è, è merito di Berlusconi. Chi è stato all’arena flegrea ricorda sorridendo lo showman che imita entrambi: il cavaliere mentre spiega […]

La spazzatura è di destra o di sinistra? Anche Giorgio Gaber sarebbe in difficoltà.  Fiorello se l’è cavata, nel suo show, citando la teoria del premier: se c’è (la spazzatura) è colpa di Iervolino, se non c’è, è merito di Berlusconi. Chi è stato all’arena flegrea ricorda sorridendo lo showman che imita entrambi: il cavaliere
mentre spiega a Rosetta come si fa la differenziata, il sindaco che sbotta in dialetto imprecando contro l’interlocutore. Battute a parte, l’immondizia ha creato a Napoli un bipartitismo perfetto, con i “colpevolisti” da un lato e i “solutori” dall’altro. In qualsiasi bar, salotto, convegno si discute o dell’individuazione dei colpevoli o di come uscire – ma per sempre – dell’emergenza. Lo schieramento dei colpevolisti si affanna a proporre class action, con processi di massa per riempire le patrie galere di tutti coloro che hanno contribuito allo scempio cui oggi assistiamo. Ma questo non è il tempo delle condanne. Gli storici dicono che è troppo presto addirittura per un giudizio sereno sul fascismo. Figurarsi per l’emergenza rifiuti. Meglio iscriversi al partito delle soluzioni, almeno a parere di chi scrive. Lo ha detto anche Roberto Saviano: la spazzatura napoletana è di tutti. Quindi, alle soluzioni devono partecipare tutti. Ci vogliono politici al di sopra di ogni sacchetto, che dimentichino la propria provenienza politica e che facciano collaborare le istituzioni per restituire Napoli alla normalità, almeno per quanto riguarda la monnezza (il vocabolo è di uso talmente comune, ormai, che nemmeno necessita di virgolette). Ma servono anche cittadini – ancora una volta non solo napoletani – che diano una mano. C’è da gestire un triennio, forse un quinquienno parallelo alla creazione di un percorso virtuoso dei rifiuti, al quale tutti noi dobbiamo aderire rendendo possibile la raccolta differenziata.
Si deve interrompere quel corto circuito, giuridico ma non solo, che ci fa invocare le responsabilità di un reato minore: “Non faccio la differenziata perché tanto frullano tutto insieme; vuoi vedere che adesso la colpa è mia che metto la bottiglia nel sacchetto insieme al resto”. Ha fatto il giro del web – lanciata dal sito Il Napolista ndr – la proposta di far giocare i calciatori del Napoli, il 6 dicembre contro il Palermo, con la fascia nera al braccio, in segno di lutto per la città. E’ un modo per sensibilizzare tutti, ma proprio tutti, al problema della spazzatura. Il calcio è uno strumento mediatico eccezionale, magari può servire a diffondere l’idea di una partecipazione globale per debellare il fenomeno. Le strade pulite vanno al di là delle primarie e di chi sarà il prossimo sindaco di Napoli. Se anche si candidasse Barack Obama alla guida di Palazzo San Giacomo, e vincesse le elezioni, da solo non riuscirebbe a risolvere. Ricordiamo di essere una comunità, seppure molto variegata al suo interno, altrimenti le soluzioni lasceranno il campo unicamente all’ironia. Come quella di tenersi la spazzatura in casa (forse seriamente, lo ha suggerito qualche settimana fa un ex assessore regionale) oppure di distribuire sacchetti colorati per offrire uno spettacolo più divertente ai turisti. Tanti palloncini dai mille colori per le strade. Salvato l’aspetto scenografico, però, resterebbero la puzza e la vergogna.

Giuseppe Pedersoli  (da La Repubblica)
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