Caro Max, sottovaluti
la lezione di Croce

Max continua. Ed io pure.. Intanto il cinema (mon amour). La penso come Nanni Loy. “Il cinema è il cinema. E un film è un film.” Ogni film è commerciale. Perché è il prodotto di un’azienda che mira a venderlo. Certo poi i prodotti sono diversi. Si va da quelli rivolti al grande pubblico. A […]

Max continua. Ed io pure..
Intanto il cinema (mon amour). La penso come Nanni Loy. “Il cinema è il cinema. E un film è un film.” Ogni film è commerciale. Perché è il prodotto di un’azienda che mira a venderlo. Certo poi i prodotti sono diversi. Si va da quelli rivolti al grande pubblico. A quelli pensati per nicchie di mercato. Una curiosità, caro Max. Chiedi alla tua amica sinistrorsa se è figlia o nipote di quella che il passamontagna se lo metteva quando andava a vedere un film di Totò. Pessimo prodotto commerciale. Di cui la storia del cinema perderà memoria. E infatti…Conosco il tipo. Se un film piace a molti è cattivo. Se fa sorridere peggio. Se fa ridere… anatema a te. Se invece non fa una lira di incasso. Se per capirlo ti devi mettere il cervello in mano…Beh allora … Ciò detto da uno che (sbagliando) non ha ancora visto un cinepanettone.
Anche io sono un appassionato morettiano. Ma caro Max non mi hai fatto venire in mente, con il tuo sogno, il protagonista di Caro diario. Che girava Roma in vespa, fantasticando. Bensì quello di Bianca. Tenero e delicato. Che uccideva quelli che si separavano distruggendo la famiglia. E giudicava le persone dalle scarpe che portavano. Il passo dalle scarpe alle scarpette è breve. Mica vorrai uccidere Mazzarri, De Laurentis e Bigon? Perché hanno provocato una separazione nella famiglia del Napoli. Dai non esagerare. Morettiano sì. Ma arrivare all’omicidio. Per una vicenda pallonistica. Est modus in rebus!
Sui cineforum poi. Lo so bene. Dopo l’anatema del geniale Villaggio è difficile dirne bene. Però… però a qualche cosa servivano. Ancora oggi quando guardo un film mi sorprendo ad interpretarlo usando categorie di giudizio apprese nel mio cineforum parrocchiale. Su al Vomero. Per molti di noi l’amore per il cinema nacque lì. Renoir, Bergman, Fellini, Wilder, Hitchcock li abbiamo conosciuti lì. In una asimmetrica stanzetta dove si proiettavano pellicole di qualità. Sotto la regia di un mitico sacerdote. Mistico nell’animo. Un po’ eretico. A molti di noi insegnò molte cose. Anche come si guarda un film. Quindi, sfidando Fantozzi e la sua corazzata, un po’ li difendo i vecchi cari cineforum. Il tempo li ha guastati. Come sempre accade quando le cose si estendono troppo.
A Napoli, nel dopoguerra, un grande animatore del circolo del cinema fu un genio della matematica come Renato Caccioppoli. Mitiche le sue presentazioni. Studiatamente improvvisate, le definisce Francesco Guizzi. Amava in particolare i grandi registi francesi. Duvivier, Renoir, Carné. Ma anche Chaplin, Ejzenstejn, Rossellini. Ma torniamo a noi.
E passiamo al ruolo di esorcista che ti sei coraggiosamente attribuito.
Se ho ben capito ti sei preso il compito di esorcizzare il nostro incubo: Quagliarella che ci fa un goal da quaranta metri.
Caro Max io ti sono affezionato. Ascolta i miei consigli. Ma chi te lo fa fare di prenderti certe responsabilità. Tu la gente di qui la conosci. Se poi, manco ai cani, lo stabiese il goal da quaranta metri lo fa davvero quelli da te lo vogliono. Lo sai che a Napoli l’influenza crociana è molto forte ancora. Ed il grande abruzzese diceva qualcosa del genere “se avessi tempo dimostrerei che la superstizione è una sciocchezza. Ma poiché non ho tempo…prendo le mie precauzioni”.
Guido Trombetti

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