Caro Mazzarri, su Hamsik tocca a te

Il mio intervento su Hamsik, come prevedevo, ha innescato una discussione accesa quanto interessante. Ed era proprio quello che mi premeva ottenere. Una community – ed il sito in fondo questo è – è viva se discute, polemizza, argomenta in forme anche vivaci ma corrette. Va in letargo se soggiace alla routine del più grigio […]

Il mio intervento su Hamsik, come prevedevo, ha innescato una discussione accesa quanto interessante. Ed era proprio quello che mi premeva ottenere. Una community – ed il sito in fondo questo è – è viva se discute, polemizza, argomenta in forme anche vivaci ma corrette. Va in letargo se soggiace alla routine del più grigio unanimismo. Al culto dell’ovvio. Le posizioni espresse negli oltre cinquanta interventi (a proposito Max gli interventi sono lo share del sito?) possono essere sintetizzate in tre tesi. Una fortemente minoritaria. Ma non per questo priva di dignità logica. Hamsik sa già che andrà via. Quindi giochicchia perché scarsamente motivato. Io non sono di questo avviso. Certamente un giocatore che sa di cambiar casacca lavora in una situazione di disagio psicologico. Ma Hamsik, nonostante la giovane età, è un ragazzo serio ed equilibrato. Che mai farebbe condizionare il suo rendimento da un tal tipo di fattore. E comunque non credo Hamsik sia stato già ceduto o promesso. Sono convinto che lo slovacco è ancora saldamente del Napoli. Restano altre due tesi. Quelle più elementari. Entrambe riccamente argomentate. Hamsik va ceduto. Hamsik non si tocca. Questa ultima essendo la posizione della maggioranza (mi è parso). La prima, Hamsik va ceduto, è sostenuta sostanzialmente con due ordini di motivazioni. Hamsik è un giocatore che non crescerà oltre. Destinato quindi a restare un grande mezzo campione. Che è sì giovane ma ha comunque ventitré anni, età in cui sei un fuoriclasse o non lo diventerai mai più. Che se resta com’è oggi può essere un lusso. Possiamo permettercelo? Vendendolo la società può incassare un bel gruzzolo con il quale investire su calciatori più adatti alle nostre necessità. Questo ragionamento, nella sua parte conclusiva ha, a ben pensarci, un buco logico. Se Hamsik è destinato a restare come è oggi, cioè un giocatore ad intermittenza, e se lo sappiamo noi, perché mai presumere che gli inglesi o altri acquirenti siano tanto sprovveduti da non saperlo? E siano tanto gonzi da pagarlo come un fuoriclasse senza che lo sia? Infine l’ultima posizione. Hamsik non va ceduto. Questa tesi si fonda su varie argomentazioni. La prima è molto solida. E ricorda la montagna di goal che il giocatore ha messo a segno nelle passate stagioni. Dando un grande contributo alla squadra. Il che è incontrovertibile. Io francamente aggiungerei alla quantità di goal la qualità di gran parte di essi. Qualcuno entrato nelle copertine delle trasmissioni televisive. E non vanno dimenticati gli assist…Altra argomentazione è quella che sostiene essere Hamsik destinato prima o poi ad esplodere. Diventando un campione di livello assoluto. Quest’ultima tesi (a lungo anche la mia) è tuttavia fideistica. E’ una scommessa. Ed in quanto tale da ritenere fondata né più né meno della tesi opposta. Ma allora che cosa fare? Intanto, come ho già detto, penso che Mazzarri dovrebbe dedicare un’attenzione particolare allo slovacco. Cercando i compiti a lui più consoni. Che non so quali siano esattamente. Né compete a me dirlo. Ma certamente non vanno trovati lontano dalla porta avversaria. Il senso della rete mi sembra essere la caratteristica principale del giocatore. Bisogna compiere (Mazzarri deve compiere) ogni sforzo perché acquisti quello che più gli manca: continuità. Non so dire se è un problema di struttura fisica, di capacità polmonare (come diceva Vinicio a proposito di un campioncino locale mai esploso) o di personalità. Nel qual ultimo caso non so quanto si possa fare. E per carità lasciamo da parte psicologi e psicoanalisti. Il Napoli non è il set di un film di Woody Allen. Certamente, però, va fatto ogni tentativo per aiutarlo a crescere al massimo. Anche per evitare di mangiarsi le mani un domani. La decisione ultima, per fortuna, non tocca a chi scrive. Né a chi legge. E’ una responsabilità che devono assumersi il tecnico e la dirigenza sulla base di analisi, valutazioni, scelte strategiche. E decidere è sempre difficile. Per ora mi viene ancora in mente Woody Allen: provaci ancora Sam.
Guido Trombetti

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