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All’Olimpico mi sono vergognato del San Paolo

Caro Aurelio,
La nostra città è da sempre diversa dalle altre, sicuramente unica nel suo genere con i problemi irrisolti e con un malgoverno che va avanti da decenni. In questi ultimi anni, fa eccezione a questo deprimente contesto, la Napoli calcistica, ritornata a recitare un ruolo importante nel contesto calcistico nazionale. Tuttavia, come specchio della città, che vive momenti difficili, c’è l’impianto di Fuorigrotta, ormai vecchio, disorganizzato, inaccogliente e vergognoso per certi aspetti.
Domenica scorsa sono stato all’Olimpico nel settore Tribuna Tevere (i nostri Distinti) e facendo un rapido paragone davvero verrebbe voglia di non venire più allo stadio. Tralascio la qualità dei sediolini (reclinabili e puliti quelli di Roma), è sopratutto il resto che deve far riflettere.
All’Olimpico oltre la presenza di negozi, i servizi igienici sono eccellenti, mentre al San Paolo per Napoli-Liverpool settore Distinti c’erano n. 2 servizi di quelli da cantiere, peraltro maleodoranti e con evidenti perdite già prima dell’inizio della gara. Sinceramente credo, con tutto il rispetto, che scene del genere non si vedano neppure negli impianti delle serie dilettantistiche. Come può una persona non indignarsi dinanzi a cose del genere e come possono pensare i mariti a portare le proprie mogli allo stadio?
Inoltre la gara di Europa League l’abbiamo vista in piedi, altro assurdo napoletano, in quanto c’è l’usanza di occupare le scale di accesso ai settori. Posso confermare che più volte si è sfiorata la rissa tra chi esasperato, voleva assistere alla gara, come avviene nei paesi civili, seduto al proprio posto, e chi invece, forte della prepotenza e del menefreghismo occupava spazi non consoni costringendo tutti ad alzarsi.
Sarebbe opportuno un maggiore controllo di tali spazi, evitando in tal modo questi ulteriori disservizi, anche se dovuti in questo caso al malcostume tipicamente partenopeo. Capitolo tabellone: è vergognoso che non vengano sistemati due maxischermi come sono presenti anche negli stadi di Serie B. Chi ha competenza in tal senso, si assuma l’onere e la responsabilità di dotare l’impianto di uno strumento che tutto il popolo partenopeo chiede come fosse una chimera irraggiungibile. Posso assicurare che l’effetto e la suggestione che crea un bel maxischermo prima, durante la presentazione delle squadre e durante la partita è davvero spettacolare.
Infine, l’impianto stereofonico del San Paolo è a dir poco precario. Dai distinti è stato impossibile o quasi ascoltare le formazioni e l’inno dell’Europa League. Invito Lei e l’assessore Ponticelli ad ascoltare la qualità audio dell’Olimpico per rendersi conto della differenza. E’ coinvolgente ascoltare l’inno delle propria squadra (con immagine dell’aquila sul maxi-schermo), è assordante il richiamo dello speaker nella lettura delle squadre. Insomma la distanza tra Napoli e Roma non pareva di 2oo km circa ma di 20000.
In ultima analisi: per Napoli-Liverpool ho pagato 50 € per godere dei servizi (o meglio dei disservizi) che ho elencato. Per Lazio-Napoli ne ho spesi 35 €. Non capisco perché noi napoletani, dobbiamo sempre vergognarci per quello che ingiustamente non abbiamo e arrangiarci con le briciole di servizi ed infrastrutture che abbiamo.
Perché mai una famiglia la domenica dovrebbe andare allo stadio? Quale comfort offre l’impianto a chi vuole portare un proprio figlio a vedere la squadra del cuore? La costruzione di una grande squadra, che produca ricavi sempre maggiori passa anche per una politica di servizi che si offre al proprio pubblico.
Spero di poter scrivere una storia diversa tra qualche tempo.
Rosario Alfano. (da calcionapoli1926)

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