Odio le feste dei bambini
all’ora della partita

Festa di compleanno del mio nipotino Andrea, cinque anni. A Nocera Superiore. In una ludoteca dove si potrebbe rifugiare anche Bin Laden, considerando l’assenza di segnale per telefonini e pure teledrin (i tifosi più giovani forse nemmeno sanno cosa sia il teledrin).  Per evitare tafferugli familiari, aderisco alla festicciola e quindi rinunzio a vedere la […]

Festa di compleanno del mio nipotino Andrea, cinque anni. A Nocera Superiore. In una ludoteca dove si potrebbe rifugiare anche Bin Laden, considerando l’assenza di segnale per telefonini e pure teledrin (i tifosi più giovani forse nemmeno sanno cosa sia il teledrin).  Per evitare tafferugli familiari, aderisco alla festicciola e quindi rinunzio a vedere la partita. Gli animatori partono con waka waka  ed io esco dal locale per telefonare all’amico Dario, organizzatissimo a Napoli con computer e streaming: “Ma stai scherzando? Dopo dieci minuti perdiamo 3 a 0?”. Convinto che Dario mi stia prendendo in giro, faccio un altro paio di telefonate. Tutto vero, porca vacca. Rientro incazzato nero, detesto quel trenino e i dementi intrappolati nel costume di Topolino e Minnie, che, rifletto, è sempre stata una grandissima z…..
Verso la fine del primo tempo, con la scusa di prendere dall’auto il ricambio a mio figlio, sudatissimo, mi dileguo con un paio di papà alla ricerca di un bar dove cercare di capire qualcosa. Niente da fare. A Nocera del Napoli non gliene frega niente a nessuno, almeno nei bar. Sms da Dario:  3 a 1, siamo in undici contro dieci. Arriviamo alla ludoteca e vedo mia moglie che getta fumo dal naso per la mia scomparsa e perché nel frattempo ho dimenticato di prendere la maglietta pulita al bimbo. Rivado all’auto, altra telefonata, sempre 3 a 1. Ma che palle, queste feste di bambini! Finalmente arriva la torta, altoparlanti a palla: “Tutti in alto le mani, dai, forza, la foto coi nonni”. Finalmente la musica è finita, gli amici se ne vanno, scuro in volto guardo con odio il nipotino come se fosse lui il responsabile della disfatta. Si va via per ultimi, al momento dei saluti arriva il messaggino dell’ottimo Dario: 3 a 3 al novantottesimo, è finita. Inizio a urlare come un forsennato, abbraccio e bacio il piccolo Andrea: “Auguri, auguri, auguri, che bella festa, zio ti vuole tanto bene”. Morale della favola: 1) almeno fino alla fine della partita con la Roma non mi voglio lamentare; 2) a Nocera fa freddo, entra ed esci ho preso il raffreddore; 3) Andrea ha ormai capito di avere uno zio scemo.
Mi sembra di vedere in fondo al viale la sagoma di Bin Laden. Forza Napoli, anche da Nocera Superiore.

Giuseppe Pedersoli

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