Tutti possono fare turnover tranne i giocatori forti

Non ho visto la partita. Qualcuno me la ha descritta nei particolari. Ho anche letto quanto dichiarato dal tecnico. Che sembra una Excusatio non petita. Mazzarri sostiene infatti “se non faccio il turn over i giocatori possono avere infortuni gravi”. Cita in proposito il caso di Palombo che per non fare il turn over alla […]

Non ho visto la partita. Qualcuno me la ha descritta nei particolari. Ho anche letto quanto dichiarato dal tecnico. Che sembra una Excusatio non petita.
Mazzarri sostiene infatti “se non faccio il turn over i giocatori possono avere infortuni gravi”. Cita in proposito il caso di Palombo che per non fare il turn over alla Samp si strappò. In sostanza il tecnico ammette il suo tormento: se lascio Lavezzi e/o Hamsik in panchina perdo. Se li metto in campo possono rompere. Dovendo descrivere Mazzarri che guarda il Pocho in panchina Ovidio forse avrebbe gli avrebbe suggerito l’esclamazione
“Nec tecum nec sine te vivere possum”.
Il grande Enrico Fedele dice “nel Napoli tutti possono fare il turn over tranne i giocatori forti” . Cioè tranne Cavani, Lavezzi, Hamsik e Gargano.
Chi ha ragione tra i due. Mazzarri o Fedele?
Tertium non datur.
Per una volta tanto lasciamo perdere la campagna acquisti. E le scelte che Mazzarri ha fatto. O forse, molto più probabilmente, ha subito. Se infatti dovessimo limitarci a ricordare che il Napoli non ha un rincalzo, dico uno, che si avvicini al Pocho, a Cavani, a Gargano o ad Hamsik sarebbe facile concludere dicendo al toscanaccio
Faber est suae quisque fortunae.
Ma è troppo facile. Chi  vuol parlare di calcio deve dire la sua a partire dalla situazione di fatto. Dai giocatori che ci sono. Senza pensare a quelli che avrebbero potuto esserci.
Hic Rhodus, hic saltus.
Perciò apprezzo Enrico Fedele. E lo considero il più lucido commentatore di calcio in circolazione. Perché ragiona sui dati di fatto. E non sui ma e sui se. Ed espone la sua tesi con chiarezza. Senza piagnistei.
Si tratta di una tesi coraggiosa.
Memento audere semper.
O la va o la spacca. I quattro moschettieri li tengo sempre in campo. Perché sono insostituibili in questo Napoli. Il punto è che Mazzarri non fa l’opinionista ma l’allenatore. Lui potrà ragionare così nelle ultime dieci partite. Quando magari saranno chiari gli obiettivi possibili. Possibile ingresso in coppa campioni. Possibili turni finali dell’Europa League all’orizzonte …
Ma rischiare dopo soli quattro turni di campionato e due di coppa di logorare i giocatori migliori mi sembra un azzardo troppo grande.
So bene che vedere Zuniga al fianco di Cavani fa venire la pelle d’oca. Ma questo passa il convento. Ed il tecnico ha tutta la mia ammirazione per aver scelto la strada del buon senso. Che poi si riduce a far fare ai quattro moschettieri qualche scampolo di partita invece che una partita intera.
Primum vivere, deinde philosophari
Sembra essere il motto di Mazzarri. Io lo condivido. Anche se non accende gli animi né suscita entusiasmi. Forse dobbiamo lasciarlo lavorare. Dargli il tempo di far migliorare l’inserimento dei Sosa e degli Yebda. Che, sia chiaro, non sono campioni. E nemmeno ottimi giocatori. E nemmeno … Ma il lavoro paga. Perché si sa
Hoc opus, hic labor .
Insomma lo avete capito. Questa sera faccio il pompiere. Questa squadra  è a due punti dall’Inter. E forse con il turn over contro il Chievo sarebbe prima. In Europa è lì. Anche il Liverpool non ha incantato. Diamo un po’ di tempo al tecnico. Senza mai dimenticare quale è il materiale di cui dispone. Insomma niente esaltazioni (post Cesena) né depressioni (post Steaua).
Festina lente.

Guido Trombetti

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