I bilanci sono muti pure
sui diritti d’immagine

Al tifoso interessano i gol e non le discussioni giuridiche sui diritti d’immagine. Quelli napoletani, soprattutto quest’anno, preferirebbero leggere che Aurelio De Laurentiis ha acquistato il bomber da venti gol a campionato (meglio se i venti sono calcolati senza rigori). Dopo questa indispensabile premessa, alcuni chiarimenti sui proventi per i diritti d’immagine iscritti nel “bilancio […]

Al tifoso interessano i gol e non le discussioni giuridiche sui diritti d’immagine. Quelli napoletani, soprattutto quest’anno, preferirebbero leggere che Aurelio De Laurentiis ha acquistato il bomber da venti gol a campionato (meglio se i venti sono calcolati senza rigori). Dopo questa indispensabile premessa, alcuni chiarimenti sui proventi per i diritti d’immagine iscritti nel “bilancio azzurro” vorrei fornirli.
Ho atteso ventiquatt’ore perché il Napolista è per me luogo – ancorché virtuale – di svago e fuga dalla professione. Tuttavia, eccezionalmente, il senso del dovere prevale sulla ricerca del piacere e rammento che mi guadagno la pagnotta in quanto dottore commercialista. Replico quindi a Luca Maurelli che si è prodigato in un’analisi impietosa sul parallelismo costi-ricavi nel bilancio del calcio Napoli, precisando che i mei non sono rilievi ma solo spunti di riflessione e precisazioni tecniche.
Caro Maurelli, amo dire che “i bilanci sono muti”. Per quanto gli articoli 2423 e seguenti del codice civile, recependo da ormai una quindicina d’anni una direttiva comunitaria, dettino schemi e principi per dare ampia chiarezza ai lettori del bilancio, è difficile giungere a conclusioni dalla semplice lettura del documento contabile depositato al Registro imprese. “Il bilancio d’esercizio si compone di stato patrimoniale, conto economico e nota integrativa”. Un tutt’uno inscindibile che avrebbe la pretesa di spiegare agli “stakeholders”,  ai soggetti interessati, “come sono andate le cose” in un periodo amminsitrativo che, solitamente, va dall’1 gennaio al 31 dicembre; per le società di calcio, dall’1 luglio al 30 giugno dell’anno successivo (se non terminano campionato e coppe, è praticamente impossibile dire com’è andata).
Qualsiasi commercialista incaricato di fornire un giudizio al suo cliente che desidera acquisire un’azienda, non si limita a chiedere copia dei bilanci. Pretende di visionare una serie di documenti ulteriori che in questa sede non è il caso di elencare. Dire quindi che a fronte di 440 mila euro spesi per i diritti d’immagine sono stati conseguiti ricavi per sei milioni di euro potrebbe non essere esatto (il condizionale è d’obbligo, perché il bilancio nulla dice sui contratti dei calciatori). Nella contrattazione dell’ingaggio, ad esempio, potrebbe essere stata contemplata la cessione o la rinunzia ai diritti d’immagine. E questo non soltanto per “comodità dei calciatori”. Mi spiego meglio anche se – purtroppo e come Maurelli ben sa, avendo studiato per mesi il fasciscolo processuale ­ – sono costretto a citare per l’ennesima volta la maxi multa fiscale a Diego Armando Maradona. Della lite del Pibe con il fisco italiano si è discusso più che per le modalità della notifica che per il “merito”, cioè dei motivi per i quali gli uffici delle imposte contestarono la condotta di Ferlaino, Maradona, Careca ed Alemao. La prassi, infatti, era quella di stipulare due contratti con i calciatori: uno per le prestazioni professionali sul rettangolo verde, “l’ingaggio”, l’altro per la cessione dei diritti d’immagine. Questo secondo contratto veniva stipulato non con il calciatore, ma con una società con sede all’estero (Lussemburgo, Liechtenstein ecc.).
La differenza: sui primi il Calcio Napoli e i calciatori erano costretti a pagare le imposte (e i contributi previdenzali), sui secondi no, con un evidente risparmio. L’agenzia delle entrate è del parere che si tratti di un comportamento elusivo, posto in essere esclusivamente allo scopo di sottrarre denari al fisco italiano. In altre parole, gli 007 del fisco  ritengono che tutti i compensi pagati ai calciatori debbano “entrare in busta paga”, con il conseguente versamento di ritenute e contributi.
Anche sulla scorta della disavventura occorsa a Diego, sia le società sia gli atleti, spesso preferiscono non rischiare e “mettere tutto nello stipendio”, a scanso di equivoci. Per questo nei bilanci gli importi per “diritti d’immagine” sono molto poco rilevanti rispetto ai ricavi corrispondenti: i costi sono “spalmati” (brutto neologismo contabile) negli stipendi, alla voce 9 del conto economico.
In relazione ai proventi del marketing, Maurelli è severo se paragona il bilancio del Napoli a quello di società che da anni sono impegnate nelle competizioni europee. Pochi anni fa eravamo in serie C, non dimentichiamolo. Diamo il tempo al presidente e gli incassi aumenteranno, siamo milioni di tifosi nel mondo. E, se mi consentite, sgombriamo il campo dalle stupidità sulle falsificazioni dei prodotti “targati Napoli”: se devo fare un regalo di compleanno, vado in un negozio “autorizzato” e spendo per un prodotto di qualità, come accade a Barcellona, Madrid, Londra. Una felpa, una maglietta, un giubbotto di alta qualità con il marchio del Napoli non possono essere certamente paragonati alla tshirt o al cappellino da tre euro che si vende fuori allo stadio. Puntando sulla qualità, il problema si risolve da solo. Non mi pare che la famiglia Della Valle, ad esempio, si preoccupi dei “Fay pezzotto” che pure in giro i sono: si vede lontano un miglio che sono falsi!
Ci sarebbe tanto altro da dire, anche sull’azionariato popolare, di cui mi farebbe piacere discutere con De Laurentiis. Ma per colpa di Luca Maurelli ho già scritto un polpettone. Tra l’altro sto scrivendo di domenica, meglio vongole o ragù. Basta, cacciate avvocati e commercialisti dal tempio (del calcio) e fatemi fare un’altra intervista impossibile al pallone. Direttò, posso?
<strong>Giuseppe Pedersoli</strong>

Correlate
Immagine non disponibile

Juventinizziamoci, abbiamone il coraggio

di - “Quando nella finale di Champions il Milan vinceva 3 a 0, i tifosi del Liverpool continuavano a cantare”. Max Gallo cita Vittorio Zambardino che a sua volta cita Rafa Benitez. E’ tutto lì, il ragionamento. Preferisco argomenti più soft, quando si parla di pallone. Ma stavolta è in ballo il futuro del Calcio Napoli. Nel […]

Immagine non disponibile

Il bilancio del Napoli è perfetto per un commercialista. Meno per un tifoso

di - Commercialista tifoso o tifoso commercialista? Quale penna usare per commentare il bilancio 2012/2013 del Calcio Napoli? Ho più volte detto che per fortuna dei napoletani non sarò mai presidente. Sarei un mix tra Zamparini e Cellino con una spolverata di Gaucci e Rozzi (do you remember)? Ma mi guadagno il pane con la professione e […]

Immagine non disponibile

Volevo regalare la mimetica a mio figlio, ma non si trova più

di - Come tutti i tifosi ho (almeno) due anime: quella irrazionale e quella che invece è costretta a ragionare coi dati di fatto. Più volte ho scritto che da tifoso boccio il presidente De Laurentiis, da commercialista applaudo e condivido il suo operato. Ho trascorso le ferie leggendo, perché “i conti si fanno sotto al lampione”, […]

Immagine non disponibile

Caro Morgan, sei un pirata e un signore

di - “Portieri si nasce e, modestamente, io lo nacqui”. Celebre la frase di Antonio De Curtis, in arte Totò, ne “La banda degli onesti”. Ma anche signori, si nasce. Morgan De Sanctis riesce a dimostrare i due postulati, che in genere non hanno una dimostrazione. Oggi, sul Mattino, ha acquistato (immagino a sue spese) un’intera pagina […]

Immagine non disponibile

Al Napoli manca una stella, proprio come al suo albergo

di - Dimaro. Ho appena intervistato la titolare del mio albergo. Non posso competere con i big della penna e i supertecnici che conoscono ogni molecola del Calcio Napoli e del mercato in ebollizione, viaggio in turistica. Mi dice che a Dimaro c’è un solo hotel a 4 stelle ma, se lei dovesse venire in vacanza da […]

Immagine non disponibile

Addio Matador, Parigi non vale Dimaro

di - Moglie, figlio, nipote e il sottoscritto. Si va a Dimaro, in Trentino. Dal venerdì 19 al lunedì 22 luglio. Peggio per te, Edinson, che te ne stai andando nella squallida, triste, misera Parigi. Credo davvero a quello che dico? No, ma devo reagire. In realtà sposo in pieno l’articolo del direttore Gallo, sono con la fascia […]

Immagine non disponibile

Baciò la maglia, ora rispetti il contratto

di - Ho avuto la fortuna di conoscere personalmente Aurelio De Laurentiis (sì, fortuna, perché conoscere persone del genere è sempre importante). Mai gli avrei riconosciuto la pazienza che ha avuto con Walter Mazzarri e che sta avendo con Edinson Cavani. Per fortuna dei tifosi non sono io il presidente. Lo fossi stato, avrei esonerato Mazzarri a […]

Immagine non disponibile

Diamo fiducia a De Laurentiis (e io sogno il Trap)

di - Posso iniziare da Andreotti, da una sua frase celebre? “Aveva uno spiccato senso della famiglia, infatti ne aveva due e oltre”. Ma non pensate che io sia contro Cavani, anzi. Quello che gli è successo me lo ha fatto diventare più simpatico. Però vederlo entrare in campo, contro il Bologna, con un bambino tenuto per […]

Immagine non disponibile

Lavezzi sarà fortissimo ma al Psg non segna e senza di lui il Napoli fa più punti e Cavani è capocannoniere

di - Il Pocho e facebook, quante polemiche. I social network, si dice, sono lo specchio degli umori e del clima per tantissimi argomenti. A volte scrivi una riflessione in bacheca e resti lì, da solo, a pensarci su. Come nomini Lavezzi, i commenti fioccano. Napoli è spaccata tra pro e contro. Semplice buon giocatore o campione […]