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Il Napolista è diventato un circolo di aziendalisti perbenisti?

Il Napolista è diventato un circolo di aziendalisti perbenisti?

Ma il Napolista è diventato un circolo di aziendalisti perbenisti? È la domanda che ci hanno rivolto alcuni amici-tifosi. Gli rispondiamo pubblicamente anche perché commenti del genere compaiono con una certa frequenza su questo sito. 

In effetti, caro Max, si ha a volte l’impressione che tu esageri nel bacchettare chi critica la gestione del nostro Napoli. Sei mosso, però, da una preoccupazione che condividiamo, quella che una cultura cialtronesca e delinquenziale, dal meritiamo di più, alla vittoria come diritto divino fino alle minacce esplicite, dilaghi senza contradditorio. Un fenomeno che vede coinvolte tutte le tifoserie del paese, ma questa è una magra consolazione per chi è interessato a far pulizia innanzitutto a casa propria.

Questa cultura è di vecchia data, basti ricordare l’appoggio che una parte di tifosi diede a Gaucci sotto la sigla di orgoglio partenopeo (sic). Gaucci, un imprenditore (sic), sarebbe il caso di cominciare a mettere un aggettivo vicino a questo termine, che i fatti hanno dimostrato essere lui sì, un pappone, abituato a fare i conti a S.Domingo o a S.Vittore.

Il punto, perciò, è come contrastare, nel nostro piccolo, una tale deriva. Non si può, allora, tacere sulle responsabilità che l’alimentano.

Come ha fatto notare Bassini, a commento dell’articolo di Carratelli, è stato per primo ADL a parlare di scudetto, di tesoretto, ha voluto Benitez, come a dire, non ci accontentiamo più di un allenatore di “noi autri” da secondo-terzo posto, puntiamo più in alto, e per amor di patria, anzi di famiglia, sorvoliamo sul figlio.

Lo stesso Benitez, che Dio ce lo benedica, potrebbe ammettere qualche errore di impostazione e gestione dello spogliatoio. L’analisi che fa Carratelli della partita con il Chievo è come sempre ineccepibile, così come quella del Ciuccio.

Non si può criticare De Giovanni e Trombetti, che questi appunti mettono in risalto, di non comprendere il clima e di fare il gioco dell’avversario. Paradossalmente lasceremmo il campo della critica solo in mano a quella cialtroneria che vogliamo contrastare.

ADL ha avuto grandi meriti nella ricostruzione del Calcio Napoli, in questi anni abbiamo ottenuto ottimi risultati e conti in ordine, ma una società di Calcio non è un impresa senz’anima, porta con sé simboli, aspettative, emozioni che fanno parte del suo mercato.

Un buon (aggettivo) imprenditore deve saperlo e saperlo comunicare.

ADL oggi dovrebbe dire, ho sbagliato a parlare di scudetto, non ho la forza economica per raggiugere questo obiettivo, ho sbagliato a parlare di cantera a vanvera e invece avrei dovuto investire “il tesoretto” nella costruzione di un grande vivaio…

Se ne fosse capace, sarebbe un ottimo antidoto contro mestatori e guastatori che non circolano solo tra la tifoseria. Certo non smetterebbero di ululare, ma avrebbe con sé gran parte della città.

A noi napolisti tocca tenere nervi saldi e insieme, nelle nostre diversità, continuare a commentare come il Napolista ha sempre fatto, in un altro coro. Minoranza sì, ne siamo consapevoli, ma non rischiamo di chiuderci in un ghetto, perdipiù di aziendalisti perbenisti!

Forza Napoli

La 10 non si tocca (Trapani)

Vittorio Dini
Oscar Nicolaus

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