
Ronn Moss: «Al provino per Beautiful andai con uno smoking in affitto di due taglie più piccole»
A La Repubblica: «Non avevo nulla di elegante. Avevo i pantaloni al polpaccio e le maniche striminzite: sorridevano tutti».
A La Repubblica: «Non avevo nulla di elegante. Avevo i pantaloni al polpaccio e le maniche striminzite: sorridevano tutti».
A Specchio: «Dissi no per due mesi, poi raggiunsi la produzione a Parigi. Tre giorni spesata di tutto. Volevo comprare delle scarpe in centro, mi tennero sei ore a parlare del film»
Lettera al Corsera. Voleva farmi pagare 2 euro in più per l'American Express. Mi sono rifiutato e allora mi ha fatto fare un giro enorme
Al CorSera: «Nel 2003 Bertinotti disse che tutti avrebbero dovuto ascoltarmi, ma l’unica cosa che è cambiata è che ora ci sentiamo per parlare di geopolitica».
A La Repubblica: «Non mi veniva dietro nessuno, ero sproporzionata, alta, seno enorme. Ebbi finalmente la percezione di me. Mi diverte piacere».
Al CorSera: «Papà faceva il fruttivendolo. Pulivo le verdure, spostavo le cassette. La romanità non c'è più, quella di adesso è cafona»
Al CorSera: «Prima di incontrare Rudi ho chiesto il permesso al direttore della mia testata. Cerchiamo di portare poco il calcio in casa»
Al CorSera: «Lasciai perché volevo più spazio, avevo studiato dizione, portamento. Dopo il Festivalbar nessuno mi ha più chiamata».
A Repubblica: «Nascondo un’enorme malinconia, una voragine di dolore e solitudine. Sono inadeguata, odio fare pena»
Al CorSera: «Ora si parla molto della vita privata. Io ho cominciato a fare domande personali a Gianni Letta e a Paolo Rossi quando non le faceva nessuno».
Al CorSera: «Con De André facevamo mattina a parlare di qualsiasi cosa. Jannacci mi definiva un errore temporale: “Hai meno anni di noi ma sei dei nostri”».
Intervista al Messaggero: «È tutto superficiale. La censura? C'è ancora».
Al CorSera: «L'italiano più bello con cui ho lavorato? Mastroianni. Dopo la fine della sua storia con la Deneuve ascoltava ogni mattina Bella senz’anima».
A Libero: «Per essere emarginato dalle terrazze di Betti, Moravia, Pasolini, Bertolucci, bastò dire che mia madre era assessore della Dc»
Il Fatto mette in fila tutte le inaugurazioni e cerimonie varie presenziate dal ministro: “il tutto sta assumendo contorni grotteschi”
Al Corsera: «Ero in classe con Ghira quello del massacro del Circeo. A Abbey Road Linda McCartney girava con la figlia e una canna: “vuoi fumare?”»
A Il Messaggero: «Alle donne vorrei ricordare che non abbiamo una data di scadenza. Se ci crediamo, possiamo ottenere tutto quello che vogliamo».
A La Repubblica: «So cos’è la fame, la voglia di arrivare. Abitavo in un palazzo che odorava di sugo, la casa senza termosifoni».
A La Stampa: «Quando conobbi Berlusconi mi chiese come si facesse un film. Glielo spiegai in 20 minuti, riassunse in un minuto e mezzo. Era geniale!».
A La Repubblica: «La prima volta che vidi Eduardo aveva lo scialletto sulle spalle, profumava di lino e un po’ di borotalco. Gli presi la mano e disse: “Non stringete”»