Due punti persi più che uno guadagnato ma il Napoli è stanco

Il brivido di due pali per parte nel primo tempo, ma pali pieni per il Napoli, quattro interventi di Agazzi, tre di De Sanctis, un brutto secondo tempo e, alla fine, questo 0-0, primo pareggio esterno degli azzurri, non dà né sapore nè vigore alla formazione di Mazzarri che punta in alto, e, intanto, scala […]

Il brivido di due pali per parte nel primo tempo, ma pali pieni per il Napoli, quattro interventi di Agazzi, tre di De Sanctis, un brutto secondo tempo e, alla fine, questo 0-0, primo pareggio esterno degli azzurri, non dà né sapore nè vigore alla formazione di Mazzarri che punta in alto, e, intanto, scala al quarto posto.
Più due punti persi che uno guadagnato contro un Cagliari meno insidioso del temuto, però c’è da considerare che, nonostante il necessario turn-over proposto da Mazzarri, il Napoli è apparso stanco, la corsa è pesante, gli errori individuali sono frutto della mancanza di lucidità e i tre tenori continuano a non cantare: né Cavani e Lavezzi in campo dall’inizio, né Hamsik entrato nella ripresa.
Sui titolarissimi tenuti in panchina (Hamsik, Maggio, Inler) Mazzarri ha puntato dopo un’ora di gioco per concretizzare la superiorità tecnica dei suoi. Non avevano demeritato i sostituti (soprattutto Santana, ma anche Fernandez al centro della difesa e Dzemaili a centrocampo). Il tecnico cercava con i migliori di rompere il muro dello 0-0. Perché erano tre punti importanti da conquistare. Nelle ultime cinque partite gli azzurri hanno raccolto una sola vittoria (a Milano sull’Inter) e cinque punti in cinque gare sanno di rallentamento. Mercoledì sera, a Fuorigrotta, l’Udinese sarà un test difficile che vale l’alta classifica. Si va avanti con tre partite a settimana.
Forze fresche a Cagliari per rinvigorire un Napoli appena uscito dalla battaglia contro il Bayern. Fernandez al centro della difesa per Cannavaro, Santana per Hamisk, rientro di Dossena a sinistra con Zuniga a destra, Dzemaili per Inler. Il Cagliari non prendeva gol da tre partite (ora sono 374 i minuti di imbattibilità di Agazzi). Ma non è un Cagliari audace e il Napoli lo mette subito sotto. Sul cross di Santana, clamorosa traversa di Dossena (1’). Però il Cagliari replica. Sbaglia Gargano a centrocampo, Aronica si fa superare e Nenè si presenta davanti a De Sanctis che salva (4’).
E’ chiaro come andrà la partita. Match faticosamente in pugno agli azzurri e fiammate dei cagliaritani spesso favorite dagli errori a centrocampo del Napoli. Palle perse e insidie che si concretizzano verso la porta di De Sanctis. Il Cagliari pende tutto a sinistra dove si sposta Cossu, il più geniale dei suggeritori, e insistono Nainggolan e Nenè impegnando severamente Campagnaro e Zuniga. Su Cossu defilato sulla fascia usciva spesso con buon esito Fernandez, sicuro nel gioco alto e a palla libera. Un diagonale di Santana fila a lato (7’), Agazzi esce sui piedi di Lavezzi per stoppare il Pocho (13’). Sul corner di Cossu, la fiondata di testa di Canini va fuori (15’). Traversa superiore di Nenè di testa sulla punizione di Cossu (24’). Sui calci piazzati il Cagliari è sempre pericoloso.
Comunque, Cagliari prudente, quindi sempre ben coperto e in contropiede. Santana è il più attivo degli azzurri e non fa rimpiangere Hamsik. Continuo movimento dell’argentino, gran combattente, ma anche insidioso puntando l’area cagliaritana. Vibra il palo destro di Agazzi (32’). Sul corner di Lavezzi, Fernandez in mischia tocca di testa per Santana al limite dell’area piccola. Girata veloce e palo pieno! Due legni in mezz’ora (Dossena e Santana) facevano preoccupare per le sorti azzurre. Fortuna contraria? Non si vedevano mai al tiro Cavani e Lavezzi.
Poiché il Cagliari, che non era né brillante, né ardente, colpiva anch’esso la traversa (35’ Nainggolan), il risultato rimaneva pericolosamente in bilico per il Napoli. Giocava bene Dzemaili, rompendo le trame avversarie e portando avanti la palla. Santana era su di giri. Correva Dossena per i cross. Ma non c’era in campo il miglior Zuniga, né il miglior Gargano. E non c’erano soprattutto Lavezzi e Cavani. Il Matador senza uno solo spunto efficace. Il Pocho chiuso su ogni dribbling. In queste condizioni, il Napoli poteva anche perdere un match che con molta fatica sembrava potesse governare.
Agazzi sventava in angolo un colpo di testa di Santana (39’ ancora un cross di Dossena). De Sanctis era vigile sul colpo verso l’incrocio di Nenè (42’). Poi lo stesso Nenè sprecava con un colpo di testa maldestro una invitante palla-gol servitagli da Agostini (44’).
C’erano timori per le tenuta atletica del Napoli nella ripresa e per gli errori dovuti a stanchezza (Cavani a centrocampo, Gargano, Campagnaro). Erano inevitabili la sostituzione di Lavezzi (54’ Hamsik) e l’impiego di Maggio (67’ per Santana, forse stanco?). Poi in campo anche Inler (71’ per Gargano, infortunio muscolare). La maggiore qualità produceva più di una opportunità. Hamsik lanciava in gol Dzemaili che si faceva parare il tiro (76’). Dzemaili smarcava Maggio a destra, conclusione non trattenuta ma sventata da Agazzi (83’). Sul cross di Maggio, Agazzi toglieva letteralmente il pallone dalla testa di Cavani (85’).
Un match spesso deciso negli ultimissimi minuti fra le due squadre stavolta non riservava sorprese finali. Nel recupero, Cavani non era reattivo su un buon pallone in area (93’). Zuniga fiondava alto l’ultimo pallone (94’). Chi si contenta gode, ma forse Mazzari sta godendo poco. E, intanto, da Manchester arrivano i sei squilli del City allo United. Si complicherà anche la Champions?

Mimmo Carratelli

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