Una squalifica non può distruggere un sogno

Sono arrabbiata. Ma forte, eh. Lo spettacolo è andato a Ruby. E l’incazzatura ci sta. Mentre scrivo, l’Inter sta vincendo e sono incazzata anche per questo, perché entro poco ci supererà in classifica. E quando uno sta incazzato quasi sempre dice esattamente quello che pensa, perciò.. Io ascolto Radio Goal, su Radio Kiss Kiss Napoli […]

Sono arrabbiata. Ma forte, eh. Lo spettacolo è andato a Ruby. E l’incazzatura ci sta. Mentre scrivo, l’Inter sta vincendo e sono incazzata anche per questo, perché entro poco ci supererà in classifica. E quando uno sta incazzato quasi sempre dice esattamente quello che pensa, perciò.. Io ascolto Radio Goal, su Radio Kiss Kiss Napoli e l’ho ascoltato anche oggi. Ho ascoltato Francesco Marciano mentre diceva che se il Pocho ha sbagliato va sanzionato e basta. L’ho ascoltato mentre incitava i tifosi a smetterla di comportarsi da provinciali e di piangere ancora sull’ipotesi di complotto e ho avuto l’irrefrenabile impulso di chiamare in trasmissione e dirgli solo “sei il mio mito, sto con te”. Ho ascoltato l’intervento di chi ha detto che squalificare il Pocho per tre giornate a tredici giornate dalla fine dei giochi è come “falsare il campionato” e la rabbia è montata dentro ancora più forte. E se non ci fossero stati i bambini in macchina con me, mentre ascoltavo la radio, mi sarei lasciata andare alle imprecazioni più liberatorie che conosco. Non sono una lavezziana convinta, mai stata. E non perché non mi piaccia il Pocho, anzi, ma perché credo che se si è undici in campo non ce n’è uno indispensabile. Il concetto di base è l’utilità e se lui è capace di insallanire le difese avversarie e tirarsele dietro è un pregio, certo, ma ce ne sono altri dieci accanto a lui e uno, in particolare, che fa gol ad ogni partita e che non è lui. Dire che il Napoli è Lavezzi  sarebbe come dire che il primo scudetto lo abbiamo vinto solo grazie a Maradona, e neppure io, che sono maradoniana convinta, mi sento di dare una simile batosta alla squadra tutta, a quella squadra, quello spogliatoio. Ora, tornando ai nostri giorni, domani c’è il Catania e il San Paolo. L’idea è di mandare tutti a fanculo e di scrollarci da dosso tutto sto’ mondo fesso e questo piagnisteo che taglia le gambe e gli entusiasmi, non mandargliela a dire, ma segnare a raffica, bombardando i media, oltre che la rete avversaria. Dire “siamo qua e siamo fortissimi, maturi, grandi”. Provocare un’eruzione vulcanica e sotterrare tutte le polemiche sotto la cenere. L’irrefrenabile impulso, a questo punto, è di sputare. Sputare in faccia alla fortuna e vincere sul campo. Stravincere e rimanere saldi al nostro posto. Ma se non lo facciamo tutti assieme sarà stato tutto inutile e la colpa sarà di chi non ci ha creduto fino alla fine. Basta così poco per smontare un sogno? Basta uno sputo? Tre giornate senza il Pocho? A voi basta davvero questo? A me no. Io sputo. Sanzionatemi, va’. E Forza Napoli. Sempre.
di Ilaria Puglia

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