Mei: «Jacobs declassato? La Federazione propone contratti commisurati alle prestazioni»
Il presidente della Federazione di atletica: "Ci sono rimasto male quando ha parlato di Tamberi. Se io ti chiamo e mi rispondi c'è un rapporto; se ti chiamo e non mi rispondi mai, diventa difficile"

Italy's athlete Lamont Marcell Jacobs takes his position at the start line of the men's 100m heats during the World Athletics Championships in Tokyo on September 13, 2025. (Photo by Kirill KUDRYAVTSEV / AFP)
Le accuse alla Federazione di atletica di Marcell Jacobs, intervistato da “La Stampa”, non sono cadute nel vuoto. E sempre sul giornale di Torino (ripreso da Dagospia) risponde il Presidente federale Stefano Mei, che si dice stupito e preoccupato. Il declassamento da atleta top a atleta di punta? “Noi della Fidal non esercitiamo nessun controllo. Agli atleti che fanno parte della squadra nazionale chiediamo semplicemente di condividere il percorso tecnico con la struttura. Non ci vedo niente di strano. Agli atleti top tutti gli anni proponiamo un contratto commisurato alle prestazioni ottenute. Ovvio che chi decide liberamente di non firmarlo, oltre ai premi per le gare, non ottiene un certo trattamento. Magari non accettarlo, come succede agli atleti che si allenano fuori dall’Italia, significa avere una certa libertà ma anche prendersi un certo grado di rischio. Se non firmi il contratto, è chiaro che io non posso accontentarti. E se non fai il tempo necessario non puoi qualificarti ai Mondiali. Dei ragazzi della Nazionale, quest’anno, non si è lamentato nessuno”.
“Anzi, ci sono rimasto male quando ha parlato di Tamberi. La carriera di “Gimbo” parla per lui. Mi è sembrato fuori luogo citare altri atleti. Certe dichiarazioni mi sono sembrate fuori contesto, fuori argomento. Soprattutto se riguardano i due atleti che ai Giochi di Tokyo mi hanno regalato la notte più bella della vita, dopo la nascita dei miei figli”.
Jacobs dice che Tamberi viene premiato perché sa tenere i rapporti. “Io – risponde Mei – ho rapporti con tutti, a prescindere che uno sia simpatico, antipatico, verde o giallo. E cerco tutti: certo, se io ti chiamo e mi rispondi c’è un rapporto; se ti chiamo e non mi rispondi mai, diventa difficile avere un rapporto. L’ho visto l’ultima volta ai Mondiali di Tokyo, poi gli ho mandato un messaggio, ma non ho ricevuto risposta”.
E poi c’è la pruriginosa vicenda dello spionaggio del fratello di Tortu: “Certo che è stato tutelato, ma come qualunque situazione che sconfina nel penale non si può prendere una posizione fino a quando non c’è un giudizio o una sentenza definitiva di colpevolezza. Per la giustizia federale, il presunto colpevole è stato squalificato per tre anni. Di che cosa parliamo?”.










