De Zerbi: «Raspadori è un ragazzo testardo, vuole imporsi ovunque. È stato decisivo negli scudetti vinti dal Napoli»
A Sportitalia: «Sono più completo rispetto al passato, riesco a gestire tutto meglio. Italia? Mi piacerebbe tornarci»

Dc Roma 07/03/2024 - Europa League / Roma-Brighton / foto Domenico Cippitelli/Image Sport nella foto: Roberto De Zerbi
Roberto De Zerbi si è raccontato in una lunga intervista ai microfoni di Sportitalia. L’allenatore bresciano ha avuto modo di parlare anche di Jack Raspadori, uomo chiave degli ultimi 2 scudetti azzurri. Ecco le sue parole.
Le parole di De Zerbi
Come hai conquistato Marsiglia?
«Sto semplicemente cercando di lavorare nel modo giusto. La concorrenza è molto alta, soprattutto c’è il Paris che quando è in giornata sembra di un altro pianeta. La Ligue 1 è un campionato complicato, ci stiamo difendendo bene. È chiaro che possiamo fare meglio, anche nelle ultime partite avremmo potuto raccogliere qualcosa in più».
Ucraina, Inghilterra, Francia: che percorso è stato?
«L’ultima esperienza da calciatore l’ho fatta al Cluj e lì mi sono confrontato con un calcio diverso dal solito. Ho respirato una nuova mentalità e mi ero promesso che prima o poi avrei voluto vivere l’estero anche da allenatore. Lo Shakhtar è il club più importante dell’Est Europa, con un’idea di calcio molto forte. Inter? zero contatti. Però non nascondo che mi piacerebbe tornare un giorno in Italia. Il Milan è stata la mia mamma calcistica, sono profondamente legato alla vecchia società, a Galliani, Braida e a tutte le persone che mi hanno dato una mano. Provo sempre una simpatia speciale, un sentimento di riconoscenza. Ma non sento il bisogno di chiudere nessun cerchio: la mia carriera è andata avanti anche senza di loro».
Che Marsiglia è questa rispetto alle tue altre squadre?
«Questo è il mio tredicesimo anno da allenatore. Tra tutte le squadre che ho guidato, questa non è la più bella esteticamente, ma è quella che fa più punti e segna di più. Allenare a Marsiglia è complicatissimo: è una città speciale, il Sud Italia moltiplicato all’ennesima potenza. Le pressioni sono completamente diverse. Questo club ha una storia che lo rende il più importante di Francia, anche se negli ultimi 15 anni il Psg ha dominato dal punto di vista economico».
È il miglior De Zerbi di sempre?
«Quando ero al Brighton e giocavamo l’Europa League, lo stadio era sempre infuocato. Dicevo ai miei collaboratori che un giorno sarei voluto venire qui. Sono matti come me! Quando mi ha chiamato Benatia mi si è illuminata la mente e non ho ascoltato nessuno. Conoscevo tutte le difficoltà, ma in situazioni così riesco a dare il meglio. Oggi sono me stesso al cento per cento: mi sento più completo rispetto al passato e riesco a gestire tutto meglio . Poi è chiaro che alla fine siamo sempre giudicati dai risultati».
Hojbjerg alla Juventus?
«È un giocatore a cui sono molto legato. È il vice-capitano, quello con più personalità e carisma. Non credo proprio che si muoverà».
Ti vedresti un giorno in Arabia?
«Nella vita c’è tempo per tutto. Non giudico chi va lì, ogni scelta ha dietro delle motivazioni. Io spero di restare tanti anni a Marsiglia, perché lì il calcio sta crescendo. Seguo sempre il campionato italiano e magari in futuro… Vedremo. Mi auguro che l’Italia vada al Mondiale, sarei felicissimo per Gattuso e Buffon».
Infine, il passaggio su Raspadori:
«Raspadori è uno dei calciatori su cui ho puntato di più. L’ho nominato capitano quando aveva appena 18 anni. È un ragazzo testardo, determinato a imporsi ovunque. È stato decisivo negli Scudetti vinti dal Napoli. A Madrid ha avuto una grande occasione Aubameyang è un vero campionissimo. Lo metto allo stesso livello di Benzema, Higuain e Lewandowski. Ha raccolto meno di quanto avrebbe potuto nella sua carriera».











