Terremoto arbitri, inchiesta Figc sul presidente Zappi che voleva favorire l’ascesa di Orsato e Braschi (Repubblica)

È partito tutto da un arbitro internazionale che ha denunciato pressioni per le sue dimissioni, poi ha provato a ritirare tutto ma l'inchiesta era già partita. Le spese dell'associazione arbitri

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Db Milano 25/02/2024 - campionato di calcio serie A / Milan-Atalanta / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Daniele Orsato

Terremoto arbitri, inchiesta Figc sul presidente Zappi che voleva favorire l’ascesa di Orsato e Braschi (Repubblica)

Terremoto, l’ennesimo, nel mondo arbitrale. Ne scrive anche Repubblica: con Matteo Pinci

Un avviso di chiusura indagini è una carica di dinamite alla base del sistema arbitrale italiano. Nel cuore della stagione più nera dei direttori di gara italiani, ora il presidente dell’Associazione arbitri, Antonio Zappi, si ritrova al centro di un’inchiesta della procura della Federcalcio. L’accusa: avrebbe esercitato pressioni indebite per cambiare gli organi tecnici.

È una nuova profonda crepa tra il mondo dei fischietti e la Figc del presidente Gravina, con cui i rapporti sono tesi da tempo.

La vicenda è nata la scorsa estate, quando Zappi ha deciso di riformare gli organi tecnici delle categorie inferiori. Voleva far posto a Daniele Orsato, nominandolo designatore per la serie C, e a Stefano Braschi, per la serie D. Una mossa che però non poteva fare in autonomia: prima era necessario convincere i designatori in carica — Ciampi per la C, Pizzi per la D — a dimettersi. Per riuscirci, questa sarebbe l’accusa, avrebbe offerto ai due uscenti di conservare lo stesso livello di gratificazione economica in un altro incarico. C’è però un ma: la cassa è della Federcalcio, l’Aia non è autonoma nell’erogare quei soldi. 

L’Associazione arbitri spende e spande.

Sotto accusa l’ultima riunione del mondo arbitrale ad Ascea, in provincia di Salerno, un mese fa: l’Associazione ha speso una cifra tra i 200 e i 250mila euro per un maxi evento che ha coinvolto 300 persone. Una spesa che nell’ambiente arbitrale in molti giudicano eccessiva.

Da ieri notte, i telefoni degli arbitri bollono. Anche quello di un “internazionale” da cui tutto è partito: alla base dell’inchiesta su Zappi c’è un esposto in cui un associato denunciava di aver ricevuto “pressioni” per dimettersi. Lo stesso ha poi presentato una querela in Procura dichiarando di non aver mai firmato alcun esposto. Ma l’inchiesta, ormai, correva su gambe proprie. 

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