Gattuso sui pochi gol in Serie A: «Si preparano le partite con i centrocampisti che vanno larghi per favorire la costruzione»
In conferenza: «Abbiamo allenatori bravissimi a livello tattico. Gli spazi sono molto meno. Si gioca in spazi corti. Difficile giocare a campo aperto, cosa che invece accade in altri campionati».

Db Debrecen (Ungheria) 08/09/2025 - qualificazioni Mondiali 2026 / Italia-Estonia / foto Daniele Buffa/Image Sport nella foto: Gennaro Gattuso
Nella conferenza stampa di oggi il Ct della Nazionale, Gennaro Gattuso, si è soffermato anche sulla situazione dei pochi gol realizzati in Serie A durante questo inizio stagione:
«Voi vedete il calcio come faccio io. Se si preparano le partite con i centrocampisti che vanno larghi per favorire la costruzione, fanno fatica a entrare in area. Per questo motivo qua tante squadre hanno centrocampisti che non arrivano negli ultimi venti, venticinque metri».
Gattuso: «Da noi, il gioco è più complicato»
Poi ha aggiunto: «I numeri parlano. La tattica è padrona nel nostro campionato. Abbiamo allenatori bravissimi a livello tattico. Gli spazi sono molto meno. Si gioca in spazi corti. Difficile giocare a campo aperto, cosa che invece accade in altri campionati, dove si verificano picchi di velocità. Da noi, il gioco è più complicato».
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La Serie A è uno spettacolo per stomaci forti: se gli utenti del pezzotto fanno causa alla Lega, la vincono
“Il più grande spettacolo dopo il weekend” Jovanotti l’ha scritta perché non ne poteva più della Serie A: sabato e domenica passati a sonnecchiare sul divano nella perenne attesa che un guizzo ci rianimi. Molto meglio un qualunque grigio lunedì mattina di pioggia, in ufficio, con lo sciopero dei mezzi, la chat dell’asilo in fiamme, il collega predatore sessuale che ti racconta di quanto ha scopato – a pagamento – mentre tu ti ostinavi a guardare Lecce-Verona attaccato al fantacalcio più deprimente degli ultimi 30 anni. Nonostante l’ultima domenica abbia smentito un po’ il trend, di questo si tratta: ormai ci stiamo abituando ad una aridità estetica che diventa giornata dopo giornata il brand reale – quello percepito – della Serie A. Alla settima giornata era stato battuto il record della mestizia, solo per restare attaccati ai dati.
Prendi sabato pomeriggio: nove squadre in campo, zero gol. La sera prima, come aperitivo, un tentacolare Pisa-Cremonese 1-0 (per la verità partita tutto sommato gradevole). È dovuto intervenire Allegri – sì, proprio quello narrato come apologeta del risultatismo asfittico – per rivitalizzare i poveri abbonati di Dazn (e Sky) con Parma-Milan 2-2. Appena tre giorni prima il Presidente della Lega Ezio Simonelli aveva annunciato l’intenzione di chiedere i danni ai “pirati” del Pezzotto, sulla linea (molto borderline sul punto legale) già tracciata da Dazn. Visto lo spettacolo offerto, è più probabile che agli utenti del Pezzotto il giudice riconosca un risarcimento, a occhio. Com’era il claim? “La pirateria uccide il calcio”? Il calcio in Italia si sta suicidando.
Badate bene: non stiamo qui a contare gli 0-0, non siamo così basici. Perché lo 0-0 ha una sua nobiltà intrinseca, nella sua neutralità può valere come unità di misura del combattimento alla pari. L’indice della strenua resistenza – questa sì, oltremodo eccitante – dell’aggredito, persino della tenacia, della sopportazione. La misura della contromisura. Ma questi sono 0-0 inconsapevoli, o meglio: consapevolmente orribili. Frutto d’una siccità ormai sistemica, dolosa, di infertilità tattica, di mancanza di propositi e povertà d’idee. Allenatori bloccati dalla paura d’essere esonerati, come cervi abbagliati dai fari delle auto. Il conservatorismo al potere, ma nella sua versione più pigra.











