Zidane conferma la teoria Conte sulle difficoltà di inserimento nel calcio italiano: «All’inizio faticavo perché non ero abituato ai ritmi di allenamento e ai carichi di lavoro»

A Sportweek racconta come i primi mesi alla Juventus, sia per questioni di modulo, sia di adattamento al nostro calcio, non sono stati semplicissimi.

Zidane le Chenot

As Roma 11/08/2019 - amichevole/ Roma-Real Madrid / foto Antonello Sammarco/Image Sport nella foto: Zinedine Zidane

Sportweek propone una chiacchierata fatta con Zidane tra le strade di Monaco. Chiacchierata in cui non si può non parlare di Juventus che per tanti anni ha fatto parte della sua vita.

“I primi mesi, sia per questioni di modulo, sia di adattamento al nostro calcio, non sono stati semplicissimi. «Ma Marcello Lippi mi ha sempre difeso», ci racconta.«Mi ha insegnato una cultura del lavoro che prima non avevo. È stato uno degli allenatori più importanti incontrati durante il viaggio. Ha avuto il merito di cambiare la mia mentalità»”

Poi l’avvocato Agnelli«Mi chiamava dopo le vittorie importanti. Mi faceva i complimenti in francese e riattaccava. Un personaggio unico».

Poi Zidane conferma la teoria di Conte sui nuovi innesti e spiega come il lavoro di Lippi sia stato fondamentale per aiutarlo nell’inserimento nel calcio italiano che è tanto diverso da quello francese

«All’inizio faticavo perché non ero abituato ai ritmi di allenamento e ai carichi di lavoro. Ma, piano piano, il mio talento è emerso, grazie anche a un cambio di approccio. La Juve ti insegna che devi vincere a ogni costo. In Francia se perdevi una partita non succedeva niente, in Italia invece è diverso».

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Racconta di Fonseca e Montero. «Una volta mi difesero da un gruppo di tifosi che voleva aggredirmi».

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