Il salto mortale della ginnastica artistica: ai Mondiali niente Israele, ma sì alla Russia (Paìs)
I Mondiali in Indonesia sono stati un pasticcio: "la vittoria della russa Melnikova, candidata del partito di Putin, e il veto degli israeliani riflettono le contraddizioni del Cio"

Individual Neutral Athlete Angelina Melnikova reacts after winning the women's apparatus final at the 53rd FIG Artistic Gymnastics World Championships in Jakarta on October 24, 2025. (Photo by BAY ISMOYO / AFP)
Tu sì, tu no, tu neutrale, se scii resti fuori, se giochi a calcio va bene. Russo ok, israeliano no. Lo sport non riesce a darsi una direzione univoca nella sua dimensione politica. E così produce devi veri e proprio mostri diplomatici. El Paìs per esempio racconta del caso della ginnastica. “Dopo quattro anni di ostracismo, Angelina Melnikova, venticinquenne ammiratrice russa di Putin, abbaglia con il suo body scintillante e, con i suoi due ori – concorso generale e volteggio – è di nuovo la regina di un Campionato Mondiale di Ginnastica Artistica a cui il Paese ospitante, l’Indonesia, non ha permesso la partecipazione di atlete israeliane”.
“Se i Campionati mondiali di ginnastica artistica, conclusi sabato a Giacarta, hanno offerto uno sguardo più o meno chiaro sull’era post-Simone Biles, hanno anche rivelato un quadro confuso della geopolitica dello sport e hanno sollevato dubbi sulla forza del Comitato Olimpico Internazionale (CIO) di Kristy Coventry nell’affrontare i tempi a venire. Mentre fino a questo autunno il consenso dello sport mondiale era di mantenere il divieto agli atleti russi e bielorussi per l’invasione dell’Ucraina e di non punire Israele per il genocidio a Gaza, la Federazione Internazionale di Ginnastica (FIG), presieduta dal milionario giapponese Morinari Watanabe, candidato sconfitto alle elezioni presidenziali del CIO di marzo, ha inviato esattamente il messaggio opposto: sì alla Russia, no a Israele”.
“Pur conoscendo il passato anti-israeliano dell’Indonesia – il Paese con la più grande popolazione musulmana al mondo non riconosce lo Stato di Israele – e i precedenti divieti imposti agli atleti israeliani per timore di rivolte popolari da parte di masse inferocite, Watanabe ha concesso la Coppa del Mondo. Quando Giacarta ha annunciato che non avrebbe rilasciato visti d’ingresso ai ginnasti del Paese di Benjamin Netanyahu, Watanabe non ha esitato, ha accettato il divieto e ha ordinato la prosecuzione della Coppa del Mondo. Il Tribunale Arbitrale dello Sport (TAS) non ha interrotto la competizione nonostante la richiesta israeliana”.
“Il Cio è inoltre insoddisfatto della decisione della Fig di includere Melnikova nella lista delle due dozzine di ginnaste che compongono la cosiddetta squadra Ain (Atlete Individuali Neutrali), che riunisce atleti russi e bielorussi nelle competizioni internazionali, senza il diritto di utilizzare un inno o una bandiera. Per qualificarsi per lo status di Ain, la Fig ha stabilito tre condizioni per le ginnaste: non devono avere legami con l’esercito russo o bielorusso o con qualsiasi agenzia di sicurezza nazionale; non devono mantenere comunicazioni relative alla Russia o alla Bielorussia sui social media; e non devono sostenere la guerra russa in Ucraina”.
Beh, continua il Paìs, Melnikova “appartiene al CSKA, il club dell’esercito russo, e lo scorso aprile si è candidata alle elezioni locali a Voronezh, la sua città natale. Ha vinto le primarie come candidata del partito filogovernativo Russia Unita, ma quando la Fig le ha comunicato che poteva competere di nuovo, ha ritirato la sua candidatura per concentrarsi sulla ginnastica. Dall’Ucraina, gridano: “Che scandalo! Un ritiro puramente cosmetico per soddisfare uno dei criteri di esclusione!” e sottolineano che la prima persona a congratularsi con la campionessa di ginnastica, che loro definiscono un soldato dell’esercito russo, è stato lo stesso Putin”.










