Pagotto «Buffon mi faceva da riserva all’Europeo del ’96, la prima squalifica per doping fu un’ingiustizia»
Alla Gazzetta: «La provetta fu scambiata con quella di un compagno. La seconda volta, invece, fu un errore mio. A Perugia Gaucci disse che mi ero venduto».

Mf Oslo 06/06/2025 - qualificazioni Mondiale 2026 / Norvegia-Italia / foto Michele Finessi/Image Sport nella foto: Gianluigi Buffon
L’ex portiere Angelo Pagotto vinse l’Europeo Under 21 nel 1996 dove Gigi Buffon era il suo secondo. Inoltre, fu successivamente accusato due volte di doping, scontando due squalifiche. L’intervista alla Gazzetta dello Sport.
L’intervista a Pagotto e l’aneddoto su Buffon
Oggi di cosa si occupa?
«Alleno i portieri della Pistoiese, qui giocai la mia prima stagione tra i professionisti. Per il resto, sto alla grande: mi sveglio all’alba, faccio il bagno nei laghi e mi dedico alla meditazione. Prima della Pistoiese ho lavorato a Prato e all’Avellino in Serie C, dopo la fine della squalifica».
Durata dal 2007 al 2015. Cos’ha fatto in questi otto anni?
«Mi sono reinventato, ciò che avevo guadagnato non c’era più. L’ho sperperato e non so nemmeno come. Ho lavorato due anni in Germania come cuoco e pizzaiolo, poi sono andato in Liguria, dove vivono i miei due figli. Mia sorella mi trovò un posto come magazziniere in un’azienda. Lì ho conosciuto Carolina e la mia vita è ricominciata».
Partiamo dalla prima, di vita. Come mai il portiere?
«Mi venne naturale. Quando lo sai, lo sai. Giocavo nel Verbania, ma il direttore sportivo aveva contatti con squadre di Serie A. Perinetti e Luciano Moggi, che all’epoca lavoravano al Napoli, avevano adocchiato il portiere titolare, ma lui propose di portare anche me. E alla fine andai io. Perinetti mi disse che gli ero costato 140 milioni di lire».
A Moggi dirà di no. Come mai?
«Era il 1995. Si fecero sotto Sampdoria e Juventus. A Genova c’era Zenga, ormai a fine carriera, mentre in bianconero c’era Peruzzi, titolare fisso. Io volevo giocare e rifiutai la Juve. All’epoca comandava lui, dopo la prima squalifica venivo scartato da tutti i club di A.»
L’Europeo Under 21 vinto con l’Italia nel 1996:
«L’apice della mia carriera. Io titolare, Buffon in panchina. In quegli anni i portieri più forti tra i giovani eravamo noi. Io ero tecnico, esplosivo. Non un fenomeno coi piedi, ma all’epoca chi ci badava? Gigi mi ringrazia ancora per quell’Europeo. Lui, Buffon, uno che ha vinto tutto, dice grazie a Pagotto. In finale, contro la Spagna, parai i rigori di Raul e De la Peña. Eravamo un bel gruppo: io, Totti, Nesta, Cannavaro, Gigi. Magari se la mia vita fosse andata in modo diverso avrei anche potuto vincere il Mondiale del 2006 insieme a loro».
Dove iniziò ad avere difficoltà?
«Al Milan. Lì bruciavo 30 milioni di lire al mese senza accorgermene: cene, vestiti, serate.»
Per questo andò a Perugia?
«Volevo giocare, come sempre. Poi Gaucci disse che mi ero venduto una partita. Aveva litigato con Alessandro Moggi, il mio agente dell’epoca. Alla prima di campionato perdemmo 4-3 contro la Juve. Io feci un errore, Peruzzi due. Il pallone di quei tempi, il Galex, quando toccava terra schizzava. Gaucci andò in tv e disse che Tovalieri era un ex giocatore e che io mi ero venduto la partita. Mi ha pregiudicato tutto».
Nel 2000 la prima squalifica per doping:
«Un’ingiustizia. Andai a fare il test con un altro compagno del Perugia e con due della Fiorentina. La provetta con l’urina fu scambiata: ci rimisi io.»
La seconda squalifica nel 2007:
«Lì fu un errore. Ero a Crotone, lì c’era chi usava sostanze. Mi chiesero di provare una prima volta e dissi no, poi la seconda, la terza… alla quarta ho ceduto, ma solo quella volta. Dopo ho sofferto di depressione, era difficile accettare che mi fosse capitata una cosa simile. Mi sono fatto aiutare».