De Laurentiis: «Ho provato a fare tre squadre negli Usa, poi ho desistito»
Alla Cbs: «C'era un contributo iniziale di 300 milioni per entrare, mi sono reso conto che la vera competizione iniziava dalle serie inferiori. La Serie A? È tempo di cambiare, senza paura»

Italian cinema producer, businessman and owner of the Serie A football club SSC Napoli Aurelio de Laurentiis leaves the Armani Theatre where late Italian fashion designer Giorgio Armani lies-in state, in Milan on September 7, 2025. Giorgio Armani died on September 4, 2025 at 91. (Photo by Piero CRUCIATTI / AFP)
Il presidente Aurelio De Laurentiis è a Washington, negli Stati Uniti d’America, dove ieri ha celebrato la premiazione del Niaf/De Laurentiis Film Prize. Il patron della Ssc Napoli ha rilasciato un’intervista alla Cbs Sports. Di seguito un estratto delle sue dichiarazioni.
De Laurentiis: «Sono stato vicino a fare tre squadre negli Usa»
ADL ha raccontato che in passato è stato vicino ad investire nel calcio statunitense:
«Quindici anni fa avevo provato a fare una squadra in America, anzi a un certo punto avevo pensato di farne tre: una a Las Vegas, una a Detroit e una anche a Philadelphia. Poi però ho visto che la vera competizione, tipo quella europea o sudamericana, esisteva nelle serie secondarie mentre nella prima serie nessuna squadra retrocedeva, bisognava anzi prestare i giocatori alle altre squadre e per entrare era previsto un contributo iniziale eccessivamente caro, circa 300 milioni di dollari. Insomma era un’idea molto intelligente per chi l’aveva inventata, non per chi dovesse partecipare.»
Parlando di cinema, invece:
«Un signore, un certo McLuhan, negli anni ’70 disse: il mondo è tutto connesso. La gente non lo sa, ma ormai siamo tutti connessi tra di noi. E quando lo scopriranno, capiranno che le loro vite sono legate a questo coinvolgimento. Però ricordatevi una cosa: siate sempre protagonisti voi stessi delle vostre azioni.»
Infine due battute sul calcio italiano:
«È arrivato il momento sia per le regole del gioco che per il format del campionato italiano. Bisogna guardare al futuro, senza paura di cambiare.»