Frabotta: «CR7 strappò l’erba dal campo e la masticò per far capire a Sarri che non aveva bisogno di indicazioni»
«Mi è rimasto impresso quando, durante un’esercitazione tattica, Sarri stava mostrando al portoghese i movimenti che avrebbe dovuto fare nei calci piazzati. Lui era contrariato».

Mg Gelsenkirchen (Germania) 26/06/2024 - Euro 2024 / Georgia-Portogallo / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: Cristiano Ronaldo
Le parole di Frabotta
Su Cristiano Ronaldo
Sulla carriera
«Le cose non sempre vanno in modo lineare. Avevo deciso di andare a Verona in prestito per continuare nel mio percorso di crescita. A fine anno mi sono ritrovato con due sole presenze e 18’ totali. Un problema fisico, non mi era mai successo. Dopo poche settimane ho iniziato ad avere un fastidio al tendine d’Achille. Per un po’ ho cercato di non fermarmi, ma il dolore continuava ad aumentare e non era più sostenibile. Ho deciso di operarmi, rimanendo fuori per mesi. Per un giocatore non è una situazione semplice. Gli altri vanno avanti, tu resti fermo. Ogni domenica ero seduto in tribuna con le stampelle al mio fianco e i miei compagni in campo. Era ciò che mi faceva più male».
Sugli infortuni
«A Frosinone è stata una buona stagione, culminata con la promozione. Ma nelle ultime settimane ho avuto un nuovo infortunio e a distanza di poco tempo mi sono operato prima per la rottura parziale del crociato e poi per la pubalgia. È stata dura. Da fuori, spesso, non si comprende ciò che un calciatore può passare. In quelle situazioni ci si ritrova ad allenarsi da soli per recuperare da un infortunio, a essere in ritardo di condizione, con le aspettative da mantenere. Il calcio è un mondo che non ti aspetta. Ma è in momenti come questi che scopri una nuova forza interiore».
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«Sono rimasto in piedi, anche dopo lo scorso anno, il momento più buio della mia carriera. Dopo dei mesi positivi a Cosenza, ho accettato la proposta del West Bromwich. Non è andata bene. Ho incontrato persone che si sono rivelate poco rispettose nei miei confronti. Nonostante stessi bene e mi allenassi al massimo, non sono mai stato preso in considerazione. Era frustrante. Mi sentivo impotente. Ed ero lontano dall’Italia, il clima era diverso, uscivo poco, non sapevo la lingua. Mi sono sentito solo. Ma ho deciso di reagire. Ho continuato a lavorare. Sfruttavo i momenti liberi per andare in palestra, in allenamento davo sempre tutto. Ero consapevole di una cosa: quel periodo sarebbe passato e sarebbe arrivato l’opportunità di riscattarmi. Dovevo essere pronto».