Dalla Serbia: «Cara Juventus, hai capito che Vlahovic è fortissimo? I calciatori forti ti fanno vincere e si pagano»
Il giornale serbo Mozzasport attacca la dirigenza bianconera: «hanno provato in tutti i modi a sbarazzarsene, hanno rincorso Kolo Muani, preso David e Openda, e poi da lui sono tornati»

Mg Torino 16/01/2024 - campionato di calcio serie A / Juventus-Sassuolo / foto Matteo Gribaudi/Image Sport nella foto: esultanza gol Dusan Vlahovic
Dalla Serbia: “Cara Juventus, Vlahovic è fortissimo. Se lo vuoi, devi pagare. La squadra lo ha capito, la dirigenza no»
Dopo la doppietta e l’assist nella rimonta della Juventus su Dortmund per il 4-4, il giornale on line serbo mozzasport attacca la dirigenza bianconera per il trattamento riservato al centravanti serbo.
I dirigenti non hanno capito nulla di Vlahovic
Scrive mozzasport:
Chissà che ne pensano i dirigenti in giacca e cravatta della Juventus, quelli che passano le giornate tra Excel e le proiezioni di bilancio, convinti di essere alchimisti del pallone. Compriamo a poco, vendiamo a tanto: il mantra di sempre. Ma così facendo hanno rischiato di non riconoscere il valore di un diamante che avevano già tra le mani. Perché un grande club si fonda sui grandi giocatori, quelli dai contratti pesanti, ma che decidono le partite. Come ieri sera: Vlahović in mezz’ora ha segnato due gol e servito l’assist a Kelly per il 4-4 finale contro il Borussia Dortmund. Un rendimento che non è rabbia passeggera né orgoglio ferito, ma il segno di un campione che da tre anni regge il peso della Vecchia Signora.
La Juve non ha preso nessuno ed è tornata da Dusan
Eppure la Juventus dimentica in fretta. Dimentica le stagioni passate a illudersi di dominare l’Europa, dimentica i flirt estivi con Kolo Muani, Jonathan David, Openda. E quando le cose vanno male, torna sempre da Dušan: per abbracciarlo, per chiedergli di nuovo di salvarla. Ma ormai è chiaro: da cinque anni i bianconeri non dominano più nemmeno in Italia, e le due Coppe Italia conquistate sono consolazioni, non trofei da aristocrazia. I numeri di Vlahovic parlano da soli: 69 gol e 15 assist in 149 presenze con la Juve, quattro reti e un assist in appena 141 minuti in questa stagione. Una media impressionante: un gol ogni 28 minuti. In Champions League, otto gol e tre assist in 1.172 minuti, un gol ogni 106. In Serie A, sommando anche gli anni alla Fiorentina, 89 gol e 17 assist, con una media di 0,7 reti a partita. Due gol in 128 minuti al Mondiale per Club, due finali di Coppa Italia giocate e segnate. E ha solo 25 anni.
La squadra è vicina al serbo, la dirigenza no
Prosegue il portale serbo:
Ecco perché, dopo il pari firmato Kelly, Locatelli ha abbracciato Vlahovic come a gridare al mondo – e alla società – che l’eroe è lui. Persino Tuttosport, vicino alle posizioni del club, gli ha dato 8 in pagella definendolo “freddo e spietato”. La Gazzetta gli ha dato un 9 pieno e una domanda provocatoria a Tudor e alla dirigenza: “Come potete lasciarlo in panchina adesso?” Lo spogliatoio e lo staff tecnico non hanno mai avuto dubbi. Mentre i dirigenti pensavano a tagliare stipendi o a una cessione, Dušan non ha mai fatto polemiche: si è allenato, ha scherzato coi compagni, ha tenuto un profilo basso. Per la squadra non è mai stato un problema, anzi, è sempre stato un punto fermo. La vera domanda, allora, è questa: come sarebbe iniziata la stagione senza di lui? Con un pareggio col Genoa e una sconfitta col Borussia, forse. E quanto sarebbe costato, in termini di entusiasmo e fiducia? Ci sono giocatori che valgono più degli altri. Dušan Vlahović è uno di questi. Avete capito la lezione?