Inter, le prime avvisaglie: “Chivu, credito non illimitato”, “è stato il mercato voluto da Chivu?”, “scelte non da Inter”

Gli interologi di lungo corso scorgono nubi nere all'orizzonte, i segnali sono chiari. Basta leggere i giornali. E dopo la sosta c'è Juventus-Inter

Chivu Inter

PASADENA, CALIFORNIA - JUNE 17: Cristian Chivu Head Coach of FC Internazionale Milano reacts after the FIFA Club World Cup 2025 group E match between CF Monterrey and FC Internazionale Milano at Rose Bowl Stadium on June 17, 2025 in Pasadena, California. Stu Forster/Getty Images/AFP Stu Forster / GETTY IMAGES NORTH AMERICA / Getty Images via AFP

Inter, le prime avvisaglie: “Chivu, credito non illimitato”. “Il tecnico faccia scelte forti”, “mercato non da Inter”

Nubi nere si addensano sull’Inter. Gli interologi di lungo corso lo hanno capito, le avvisaglie si scorgono leggendo con attenzione le puntuali analisi dei quotidiani sul mercato nerazzurro. Di cui vi offriamo una sintesi con estratti dal Corriere della Sera, Giornale e Libero.

Corriere della Sera, Paolo Tomaselli

Il gioco dell’Inter? Per adesso è il gioco dell’oca. Si torna subito alla casella di partenza: il 28 luglio Cristian Chivu aveva inaugurato il ritiro annunciando una squadra «più imprevedibile, ibrida, verticale». Se non una rivoluzione, nella testa dell’allenatore c’era un’evoluzione netta rispetto all’era Inzaghi. Che servisse tempo per lavorarci, non c’era dubbio. Ma servivano anche degli innesti che non sono arrivati: il giocatore che salta l’uomo (Lookman), il mediano fisico (Koné), fondamentali per passare al 3-4-2-1, punto di approdo della transizione. All’ultimo giorno di mercato è arrivato Akanji al posto di Pavard, elemento di grande esperienza che partirà da centrale di destra e può dare respiro alla coppia Acerbi-de Vrij. Ma gli uomini per portare Chivu dall’altra parte del fiume non ci sono. E l’inter si ritrova a metà del guado. (…) : Luis Henrique, pagato 25 milioni, in questo senso si candida già a oggetto misterioso. Ma è presto per tutto, soprattutto per i giudizi definitivi. E lo schiaffo può servire a Chivu per accelerare il cambiamento. Anche con scelte forti: Juve e Ajax sono dietro l’angolo. E se vuole cambiare, l’Inter non può restare a metà strada.

Inter, è stato il mercato che ha voluto Chivu?

Il Giornale, Gianni Visnadi

Adesso che arriva Akanji al posto di Pavard si può dire che l’Inter si è rafforzata? Uno è bravo quanto l’altro, ciascuno avrà le sue idee in proposito, di sicuro sono esperti entrambi, ma insieme sì che avrebbero reso l’Inter più forte e (almeno un po’) più giovane, pensando agli anni 38 di Acerbi e agli anni 34 di De Vrji ormai prossimi (febbraio). A inizio settembre non si può fare alcun processo, solo cercare di capire quanto è successo e provare ad anticipare quanto succederà. La domanda è una sola: è stato davvero fatto ciò che serviva per rialzare la squadra dalla caduta della scorsa stagione? E va ovviamente fatta a Marotta e ad Oaktree e non a Chivu.

Leggi anche: Se l’Inter perde con la Juventus, esonerano Chivu e richiamano Mourinho?

Il senso di sommare punte e affollare l’area, catapultare palloni in mezzo, contro giocatori più alti dei tuoi, che li prendevano tutti? La rinuncia ai “pensanti” Calhanoglu e Sucic prima che a tutto il resto? (…) Chivu ha le sue idee e per quanto fatto e vinto da calciatore gode di un lasciapassare importante nel mondo nerazzurro. Non illimitato, però. Cambiare l’Inter, consolidata da 4 stagioni importanti, senza cambiarla negli uomini sta a metà fra l’utopia e la presunzione, non può non saperlo. La società che l’ha scelto, ora di certo lo difenderà. Ma quante delle idee di Chivu ci sono state nel mercato dell’Inter?

Libero, Claudio Savelli:

Un mese, giugno, di buone intuizioni seguito da due mesi, luglio e agosto, che non hanno spiegazione. Ma proprio letteralmente: l’Inter non ha spiegato il suo strano mercato. Si è esposta solo per Calhanoglu e Lookman, il grande addio e il grande arrivo, ma quando non sono andati in porto ha fatto finta di niente. Gli acquisti sono corretti e interessanti sia a livello tecnico sia finanziario ( Sucic, Luis Henrique, Bonny, Diouf, più la valorizzazione di Pio Esposito), ma nessuno arriva con lo status di titolare assoluto. Anche Akanji porta leadership e velocità a condizioni favorevoli (1 milione per il prestito, 15 per il riscatto obbligatorio in caso di scudetto), ma la tempistica sconfessa le certezze ostentate per mesi. Anche la gestione del difensore francese Benjamin Pavard non è da Inter: se era un problema ieri, lo era anche due mesi fa. È vero che un grande club segue la pianificazione e non si fa condizionare, ma a volte serve anche l’umiltà di ascoltare il suggerimento di “rivoluzione” mai così unanime.

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