Il presidente della Lega Serie A: «I nostri stadi sono in uno stato comatoso, rischiamo la revoca della candidatura a Euro 2032»

A Radio Anch'io Sport: «Quando il presidente dell'Uefa dice che i nostri stadi sono in uno stato comatoso e gli Europei sono tra sei anni, il rischio che ci possa essere revocata la candidatura io lo vedo»

Simonelli serie a

Gc Milano 20/12/2012 - assemblea per elezione presidente Lega Calcio Serie A / foto Giuseppe Celeste/Image Sport nella foto: Ezio Maria Simonelli

«I nostri stadi sono in uno stato comatoso, sono preoccupato» ai microfoni di Radio Anch’io Sport, il presidente della Lega Serie A, Ezio Maria Simonelli, non nasconde la sua preoccupazione per lo stato in cui versano gli impianti calcistici italiani, soprattutto in vista della candidatura agli Europei 2032.

Revoca della candidatura a Euro 2032?

«Il rischio c’è. Udine è un esempio di eccellenza, il suo Bluenergy Stadium ci ha fatto fare una gran bella figura. Peccato però che, al di là di Udine, Bergamo e Torino, il resto dei nostri stadi è in uno stato comatoso – le sue parole – Ceferin ha criticato fortemente gli stadi italiani e gli do ragione. Siamo arretrati rispetto a tutti gli altri paesi: negli ultimi 18 anni abbiano inaugurato solo sei stadi, di cui solo tre in Serie A. Nel resto d’Europa 226. Sono molto preoccupato, stiamo insistendo col governo per snellire la procedura. Ma sono veramente preoccupato per gli Europei 2032» “

Candidatura a rischio?

«Spero sia solo una mia preoccupazione. Ma quando il presidente dell’Uefa dice che i nostri stadi sono in uno stato comatoso e gli Europei sono tra sei anni, il rischio che ci possa essere revocata la candidatura io lo vedo. Rischiamo una figura non bellissima a livello internazionale. Spero che questo rischio lo veda anche il governo e che possa servire per snellire la burocrazia e per mettere a tacere i famosi comitati del no, che in Italia non fanno mai fare niente, e le sovrintendenze che dovrebbero tutelare i beni culturali. Ma non ho capito che tipo di tutela ci debba essere per uno stadio come San Siro: ha cent’anni, è stato rifatto nel 1955 e si discute se è stato inaugurato prima o dopo novembre. Sono cose assurde: è uno stadio che non è più funzionale al gioco del calcio e ad accogliere degnamente le persone. Basta andare nei bagni di San Siro per rendersi conto. Si deve rifare un nuovo stadio, punto e basta – conclude Simonelli – mettendo fine a tutte queste diatribe strumentali e senza senso»

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